Partiamo subito da una precisazione doverosa: in tanti mi avete chiesto come ottenere un liquid food attrattivo e nutriente , utilizzando in numerosi gamberi killer che popolano tante realtà Italiane!
Senza entrare in un discorso troppo filosofico che non compete a pescatori, per quanto dediti al catch and release, vi dico subito che non me la sento di avvalorare la caccia a questi crostacei per trasformarli in liquid food, nonostante io abbia ben presente che liberare l’ambiente da questo invasore alieno, possa essere “cosa buona e giusta”.
Per questo motivo, per la realizzazione di questo prodotto, consiglio di usare degli scarti di pescheria rappresentati dalle teste di scampi, gamberoni ecc. che vengono eliminate quando si puliscono le code per mangiarle crude. Ovviamente il processo è applicabile sia al crostaceo fresco, che al surgelato e sinceramente non vi sono grandi differenze di resa fra usare un gamberone argentino e un gambero killer della Louisiana.
Ognuno deciderà autonomamente quale possa essere la soluzione migliore per se.
Il processo prevede di estrarre dai gamberi e dal loro carapace, tutte quelle sostanze nutrienti e aromatiche che si rivelano eccezionalmente efficaci verso i grossi ciprinidi, specialmente in quelle acque dove i gamberi e i granchi sono parte integrante della loro dieta e il metodo, noto in cucina come “bisque”, prevede un quasi completo scioglimento.
Si parte dal pestare grossolanamente i carapaci, schiacciando i gusci e le chele, cercando di non perdere i liquidi e gli umori che ne usciranno, a questo punto si mettono in una pentola, ricoprendoli di acqua fredda cui avremmo aggiunto dell’aceto bianco di alcol, in proporzione di almeno il 10% (100 ml. su litro). Quest’acidità indotta permette di sciogliere la cheratina del guscio ammorbidendo il tutto. Lasciamo riposare almeno 12 ore in questa soluzione. Dopo questo periodo, frulliamo il tutto con un frullatore adeguatamente potente, quindi portiamo a ebollizione l’acqua, lasciando sobbollire il tutto per una decina di minuti, per poi spegnere il fuoco e lasciare riposare fino a effettivo raffreddamento.
Una volta raffreddato il composto, dobbiamo aggiungere gli enzimi necessari a predigerire il tutto, si possono scegliere varie soluzioni, dall’acquisto degli enzimi puri in polvere (papaina e bromelina), alla scelta dei meat tenderized, ingredienti della cucina indiana che li contengono naturalmente, così come comprare gli enzimi digestivi nei negozi d’integratori, in genere in compresse che andranno poi macinate per distribuirli meglio (questa soluzione è la più pratica).
Per ogni litro di mistura, dovremo aggiungere almeno 10 grammi di enzimi e lasciare agire dalle 24 alle 48 ore in un ambiente non troppo freddo, diciamo alla temperatura ideale di 20 gradi.
A questo punto possiamo utilizzare immediatamente il composto oppure stabilizzarlo con il 20% di sale e pastorizzandolo in forno a 80 gradi per una decina di minuti, per poi imbottigliare e utilizzare entro un paio di mesi dalla realizzazione.
Questo liquid food a base di crostacei, può essere integrato anche con molluschi per enfatizzarne il sapore, in questo caso basterà acquistare le cozze sgusciate congelate e inserirle nel percorso fin dalla prima fase, per poi seguire lo stesso processo di realizzazione.
Un ulteriore aggiunta in termini di gusto e stimolo aromatico, prevede di rendere più denso il nostro prodotto inserendo la farina di Belachan, il gamberetto fermentato, nella quantità che riteniamo più opportuna per raggiungere la densità desiderata. Un prodotto finale più denso, diciamo una sorta di marmellata o crema, ci permetterà di interagire meglio nel processo di miscelazione con il mix, con la solita metodologia Crazy, che ci permetterà di farlo assorbire, inglobandolo, alla parte solida delle farine, prima di aggiungere gli altri liquidi e le uova.
La soluzione tutto self a basso costo, si presta egregiamente a essere inserita nel mix nell’ordine dei 50-100 ml. per kg. di secco a seconda degli scopi che ci prefiggiamo e diventa particolarmente efficace, aromatizzata con un ottimo Monster crab o Shellfish (che devono essere basici) per un utilizzo in acqua salmastra, soprattutto in quegli ambienti dove le carpe si nutrono avidamente di gamberi e granchi (pesci riconoscibili per le pinne molto arancioni).