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Boilie, da semplice a complessa seconda parte

Rivolgiamo la nostra attenzione ad una strada differente che coniuga il nutrimento con l’attrazione.

Questo concetto complica decisamente i nostri progetti, perché quando si cercano di creare esche che siano stimolanti per il pesce sia in termini nutritivi , sia in termini attrattivi, bisogna iniziare a pensare all’esca finita, composta sia dai solidi(nutrimento) che dai liquidi (attrazione).

Il mix di queste due qualità permette di gestire composizioni nutrizionali più scarse, mediando con attrazione primaria e secondaria più spinte.

Le qualità meccaniche del mix diventano progressivamente più importanti perché per fare stare una buona quantità di liquidi nella boilie, la miscela di farine deve essere in grado di tenere , rullare e lavorare in acqua decisamente meglio di quanto abbiamo prodotto fino ad ora.

Rubiamo spazio nel nostro ultimo progetto togliendo un po’ di pesce, togliendo un po’ di semola e introducendo ingredienti dal gusto più marcato e le proteine del latte.

La nostra ricetta diventerà:

   -30% pastoncino o mix di pastoncini

   -20% farina di semola rimacinata

   -20% farina di pesce

   -20% farina di soia

   -10% di latte in polvere scremato

Per definizione siamo entrati nel magico mondo dei bird-fish mix , miscele di transizione che ci portano a complicare la pallina di partenza, guadagnando in termini di utilizzo in pesca.

Sì perché questo tipo di progetto si adatta a pasturare, ma anche a medio e breve termine, e ci permette le pescate più lunghe negli hot spot europei, giocandoci tutte le carte possibili per portare a casa il risultato.

Troppo complesso? Dipende dall’utilizzo, ma a mio avviso questa è la formula più conveniente da tutti i punti di vista.

Lo spazio occupato dalla farina di pesce può essere destinato ad altre farine animali proteiche, oppure a farine nutty, ricavate da semi oleosi, molto ricche di grassi buoni e di gusto.

Lo spazio destinato al pastoncino può essere impiegato miscelando differenti miscele ornitologiche creando combinazioni particolari, tipo quelle che si possono ottenere da un integrazione del 5-10% di un pastone caratteristico come il Robin red.

Queste miscele si rullano utilizzando componenti liquide decisamente più attrattive in termini primari(ovvero portare il pesce sull’esca) con quantitativi nell’ordine dei 30-100 ml. di liquid food o prodotti ugualmente stimolanti, inseriti in funzione di quanto attrattiva vogliamo rendere la pallina (e questo dipende dall’impiego). Risulta sempre vincente l’utilizzo di un aroma di sintesi , anche questo scelto e dosato in funzione dell’impiego specifico, della conoscenza che abbiamo dell’acqua che affronteremo e della nostra fantasia ed estro.

Il mio consiglio è sempre lo stesso, poco aroma di qualità eccelsa in acque abitate da grossi pesci e ricche di nutrimento proteico, una dose massima in acque limacciose e sporche.

Chiudiamo questa corposa pillola dedicando alcune riflessioni allo “stato dell’arte” ovvero le esche sostanzialmente attrattive che ingannano il pesce facendogli credere che ci sia nutrimento quando invece non c’è.

Sono le carrier baits a me molto care, le più difficili da realizzare come complessità di progetto perché richiedono un mix ineccepibile come meccanica in grado di contenere grandi dosaggi di liquidi attrattivi.

Si parla in questo caso di 50/50, una miscela di farine semplici, che permette di creare esche complesse grazie all’apporto di liquid food, creme aromatiche, sostanze organiche, aromi e dolcificanti.

Ma di queste ricette è pieno il blog…