Quest’argomento cruciale e fascinoso mi ha tenuto impegnato in studio e ricerca per vent’anni dedicandomi allo sviluppo di prodotti, miscele, e boilies pronte destinate alla vendita.
Per questo motivo mi risulta complesso mantenere la discussione ad un livello basico dedicato proprio a chi inizia senza voglia di complicarsi troppo la vita nella scelta dell’innesco più adatto alla situazione. Per fortuna il tema è molto seguito e in rete e su carta si trovano consigli e ricette per tutte le tasche e dedicate alle più svariate situazioni. Io stesso gestisco da qualche tempo degli spazi didattici sul web e un canale multimediale YouTube in cui carico centinaia di video esplicativi.
Ho deciso quindi di parlarvi delle esche specifiche per la pesca delle grosse carpe, partendo dalla praticità e non dalla storia. Per questo motivo le boilies si troveranno all’ultimo posto.
La scelta più pratica ed economica se si analizzano molteplici aspetti come reperibilità, facilità di preparazione e gestione è la Tiger nut.
Si tratta di un piccolo tubero coltivato in maniera estensiva nei climi caldi a scopo alimentare umano e zootecnico. Conosciuta come Chufa o zigolo dolce, si può trovare pronta, già cotta, in tutti i negozi di pesca sportiva, oppure acquistarla cruda ed essiccata.
La considero la scelta primaria perché la sua composizione chimica e la sua dolcezza la rendono immediatamente appetibile per le carpe, anche se queste non se ne sono mai cibate prima. La preparazione del tubero è molto semplice e si svolge in 4 passaggi:
1. Si sciacquano le tiger nuts in abbondante acqua pulita per rimuovere sporco, parassiti e noccioline marce (che galleggiano).
2. Si lasciano ammollare per almeno 12 ore (tutta la notte) nell’acqua aggiungendo liquido man mano che questo viene assorbito.
3. Si fanno bollire nella stessa acqua di ammollo per 60 minuti (calcolati da inizio bollore) rabboccando se serve in modo che siano sempre immerse.
4. Si lasciano raffreddare nella loro acqua per 2-3 giorni in un luogo caldo per favorire la fermentazione che produce un caratteristico gel zuccherino molto attrattivo. Questi piccoli tuberi si conservano nel loro liquido per alcune settimane, oltre questa soglia conviene congelare il tutto per conservarne le caratteristiche.
Una volta pronte s’innescano sull’hair rig come le boilies usando lo stesso ago per forarle e lo stopper per bloccare il tutto. Un trucco che aumenta l’attrazione sull’amo consiste nello spellare la tiger da innescare con un coltellino mettendo a nudo la polpa biancastra e rendendo l’esca più visibile e stimolante. In genere si posizionano 2-3 noccioline insieme sullo stesso capello per creare un volume maggiore e disincentivare all’abbocco i piccoli ciprinidi di disturbo. Nella strategia di pesca si deve valutare il contorno oltre all’innesco per permettere ai pesci di individuare l’alimento offerto con maggiore facilità. Questo meccanismo si chiama pasturazione e consiste nel gettare alcune esche libere e palle di pastura nei dintorni dell’amo realizzando un’area di alimentazione più ampia dove le carpe perdono inibizione e acquistano sicurezza alimentandosi con continuità senza però saziarsi.
Nel caso delle tiger nuts conviene rompere o frullare le noccioline che vogliamo offrire liberamente. Questo permette alle molecole zuccherine e attrattive di diffondersi meglio e contemporaneamente offre un alimento impalpabile e poco saziante per i pesci. Lo strumento più adatto allo scopo è il classico tritacarne che permette di ridurre in poltiglia e pezzettini facilmente impastabili con le comuni pasture dolci da fondo vendute per la pesca classica alla carpa (come la Sensas 3000 per nominare la più famosa di tutte). In questo modo realizzeremo delle palle grandi come arance facili da lanciare con la fionda intorno all’area in cui abbiamo lanciato l’innesco. Questo stimolo sarà veramente molto forte e ben poche carpe saranno in grado di resistere alla tentazione (se presenti in zona) poiché l’attrazione zuccherina è subito recepita da tutti i pesci a prescindere dalla taglia. Questo aiuta ad avere catture a ripetizione aumentando statisticamente la possibilità di incontrare anche l’esemplare di buona taglia. Esistono molti modi alternativi di prepararsi le tiger nuts e le differenze sostanziali dipendono da che tipo di liquido si utilizza per l’ammollo e la cottura, oppure dal tipo di sostanze liquide o solide che si aggiungono all’ammollo stesso. Si passa dal semplice zucchero che si può aggiungere fin dall’inizio in ragione del 10% del peso delle noccioline e che aiuta la fermentazione alcolica alimentando i batteri e lieviti responsabili che sono presenti spontaneamente nell’aria, fino ad arrivare ad aminoacidi, aromi e altri prodotti specifici per l’esca (in genere destinati alla produzione delle boilies e che quindi vedremo in dettaglio più avanti)che devono essere aggiunti dopo la cottura, quando il liquido si è raffreddato, per non essere danneggiati dal calore. Personalmente consiglio a chi inizia una preparazione naturale che ha il vantaggio della semplicità.
La seconda scelta che mi sento di consigliare è la più amata di sempre dai pescatori di carpe e tinche; mi riferisco ovviamente al mais, il cereale più coltivato sul pianeta e per questo molto economico e facile da trovare.
Questo permette di utilizzare dosaggi anche importanti riuscendo a creare ampie aree d’interesse apprezzate da tutti i ciprinidi. Il piccolo chicco giallo ha inoltre elevate capacità di contrasto con il colore del fondale e viene trovato facilmente dal pesce.
Preparare il mais è semplice, anche se richiede qualche giorno di tempo per essere al massimo della sua capacità attrattiva.
1. Sciacquare abbondantemente i chicchi secchi con acqua pulita per liberarli dalle impurità e dallo sporco che compromettono la conservazione.
2. Metterlo in ammollo in acqua abbondante cui aggiungeremo 10 grammi di sale marino e 100 grammi di zucchero per ogni chilogrammo di mais. I semi devono rimanere in ammollo per 48 ore, rabboccando l’acqua perché rimangano sempre sommersi.
3. Si fa bollire il tutto nello stesso liquido per almeno 60 minuti, calcolando dall’inizio del bollore (molti preferiscono cuocere fino alla rottura del chicco).
4. Rabbocchiamo d’acqua perché siano sempre ricoperti e quando si sarà raffreddato aggiungiamo 5 grammi di lievito di birra per chilogrammo di mais.
5. Mantenendo il recipiente in un luogo a temperatura ambiente con almeno 20 gradi, inizierà la fermentazione ad opera del lievito che dopo 3-5 giorni rende il mais molto attrattivo grazie alla trasformazione dell’amido.
Per conservare il granoturco per qualche settimana è sufficiente chiuderlo in un recipiente ermetico con la sua acqua e tenere il tutto in un luogo fresco.
L’innesco ideale prevede di infilare 3-5 chicchi sull’hair rig in modo da creare un boccone di volume interessante per i pesci più grossi e difficile da ingoiare per quelli più piccoli. Chiudere la sequenza con una spugnetta galleggiante permette di mantenere il tutto leggermente sollevato dal fondo creando anche curiosità. L’assetto ideale prevede che l’amo rimanga comunque poggiato al fondale.
La pasturazione più classica s’imposta sparpagliando una buona quantità di semi in un’area ampia e contingente al terminale. Vista la relativa economicità del prodotto, ci possiamo anche permettere di intervenire preventivamente abituando il pesce a trovare alimento per alcuni giorni precedenti la pescata.
La carpa è un pesce abitudinario e opportunista; per questi motivi conviene pasturare preventivamente la posta in orari simili a quelli dove pescheremo per fare in modo che i pesci si trovino in zona al momento più opportuno.
Anche in questo caso si possono usare le pasture da fondo comunemente vendute per attrarre i ciprinidi nelle competizioni di pesca al colpo.
Un ottimo trucco consiste nell’impastare lo sfarinato con il mais dolce in scatola, venduto per alimentazione umana, utilizzando anche l’acqua presente nella confezione. Questo tipo di semi sono cotti a vapore dopo averli raccolti ancora freschi e per questo motivo sono molto morbidi e attrattivi. Possono essere usati direttamente sull’innesco, anche se non garantiscono una tenuta e una resistenza paragonabili agli inneschi fatti in casa con il mais secco.
Le pasture commerciali sono in genere composte di pane, biscotto e qualche altro ingrediente aromatico e possono essere ricreate in casa con farine e prodotti semplici di supermercato.
Una ricetta molto comune per ottenere una buona base adatta alla pesca con il mais come esca, prevede di usare in parti uguali il pane bianco in cassetta, la farina da polenta istantanea e il fiocco di mais che si trova facilmente in consorzio.
L’operazione consiste nell’ammollare le fette di pane bianco direttamente con l’acqua di cottura del mais per poi impastarle con la farina da polenta (che essendo precotta, funge da legante) e il fiocco di mais.
Si lascia riposare il tutto per 5 minuti e poi si impasta di nuovo, aggiungendo acqua Q.B. fino ad ottenere delle palle compatte della grandezza giusta per essere scagliate in acqua sopra l’innesco. In questa fase d’impasto possiamo aggiungere i chicchi di mais dolce (questa base vale anche per l’impiego con le tiger nut visto in precedenza).
Si può ottenere una base più dolce e adatta a svariate tipologie d’innesco usando il biscotto (tipo Savoiardo) sbriciolato invece della farina di mais da polenta.
La terza possibilità in termini di praticità ed efficacia sono le boilies, l’esca che ha fatto la storia del carpfishing moderno grazie all’abbinamento con l’hair rig.
Chi è nato per primo? L’hair rig oppure la boilie?
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare la boilie è nata un decennio prima dell’hair rig ed è stata creata sulla fine degli anni ’60 da un carpista inglese del Kent di nome Fred Wilton.
Fred s’ingegnò per superare il problema del disturbo che impediva alle grosse carpe di arrivare sull’esca integra e sviluppò quindi una pastella sferica impastata con l’uovo e bollita al fine di creare una crosta durevole che la rendesse più resistente.
Questa pallina era comunque infilzata con l’amo che quindi non poteva avere le potenzialità di azione fornite dal capello. Per questo motivo si parla di “moderna pesca alla carpa” solo dopo che avvenne l’incontro fra l’esca e il terminale specifico negli anni ’80. Il resto è storia descritta nei minimi particolari nel mio primo libro sulle esche che s’intitola The Bait Guru, titolo scelto per omaggiare proprio Fred Wilton.
Le boilies sono quindi palline realizzate con miscele di farine opportunamente calibrate per raggiungere precisi livelli di gusto, di attrazione e di capacità nutritiva, impastate con uova e liquidi attiranti e poi cotte mediante bollitura in acqua.
Sono di aspetto compatto ma poroso e si possono acquistare già pronte in decine di varianti differenti per composizione, gusto, colore e diametro. Ognuna di queste caratteristiche riveste un’importanza specifica da tenere in considerazione.
· La composizione, intesa come insieme degli ingredienti, ne determina il valore nutrizionale e gusto. La presenza di farine animali garantisce un elevato valore biologico, caratteristica molto importante quando peschiamo in acque molto ricche di alimenti di origine naturale.
· Il gusto, determinato dagli attrattivi liquidi (aromi, dolcificanti, liquidi alimentari) e da alcune polveri particolarmente gustose (estratti animali, spezie ecc.). Questa caratteristica determina quante esche saranno mangiate dal singolo pesce ed anche il fatto che questo ritorni golosamente a ricercare quelle boilies specifiche.
· Colore, caratteristica questa che rende le esche più individuabili per il pesce. In genere si bada al contrasto con il fondo più che a una preferenza di un colore rispetto a un altro.
· Diametro, si possono acquistare palline dai 10 ai 30 millimetri di diametro. La dimensione determina la possibilità di riuscire a limitare il disturbo di pesci opportunisti. Con esche da 20 millimetri si riescono ad evitare le scardole, con le 24 l’abramide (brème) e con il 30 i famelici cavedani di fiume. È opportuno ricordare che le misure piccole sono accettate più velocemente dalle carpe anche senza pasturazione preventiva perché molto simili alle dimensioni del cibo naturale e meno sospette. Le esche molto grosse richiedono di adattare il terminale alzando la misura dell’amo e allungando il capello.
Come si scelgono quindi le boilies commerciali?
La soluzione più semplice è chiedere consiglio al negoziante rendendolo partecipe della propria inesperienza e spiegando magari in che contesto s’intende iniziare. Un’altra strada simile consiste nel contattare i rappresentanti dell’azienda a cui vogliamo dare fiducia, detti testers, che altro non sono che pescatori muniti di esperienza che provano i prodotti nei vari ambienti facendo le valutazioni e i test sul prodotto. Questi personaggi sono in genere disponibili e si possono facilmente trovare attraverso i social media.
Nel caso vogliate fare da soli il mio consiglio è di valutare per bene l’etichetta e le diciture apposte sul sacchetto.
Di solito sono definite “Baiting” le boilies fatte con i mix più semplici e meno nutritivi che permettono di usare molta esca anche durante la pescata senza incorrere nel pericolo di saziare il pesce compromettendo il risultato. Sono esche economiche offerte in gusti fruttati e dolci che si rivelano i più veloci a entrare in pesca. L’utilizzo ideale prevede di pasturare con qualche chilogrammo di palline il giorno prima della pescata, per poi dosare durante l’azione in funzione delle catture. È sempre conveniente gettare la pastura a inizio pescata e poi ravvivare dopo ogni cattura con qualche manciata, mentre si evita di insistere in assenza di segnali della presenza di pesce.
Le così dette “hookbait” sono invece palline più tecniche realizzate con impasti più nutrienti e stimolanti e che resistono sull’hair rig per molte ore. Si tratta di boilies da usare con parsimonia sono per l’innesco e per una pasturazione mirata di pochi pezzi nelle immediate vicinanze del terminale. Per essere così precisi si utilizza un filo chiamato PVA (polivinilalcool) che ha la capacità di sciogliersi in acqua dopo pochi minuti d’immersione. In pratica si crea una “collana” composta di 5-6 boilies infilate sul filo solubile che è poi legato alla curva dell’amo per essere lanciato con l’innesco. Una volta sul fondo quest’ultimo si scioglie liberando le esche tutte intorno a quella sull’hair rig creando una piccola area molto stimolante.
La prossima foto è esplicativa di questo tipo di pasturazione che possiamo già considerare “avanzata”. Con lo stesso materiale si realizzano retine tubolari e sacchettini atti a contenere boilies, piccole pellets ecc. Tutte particelle attrattive che possono essere usate a patto di essere asciutte (per non far sciogliere il contenitore), ma questo tema lo affronto su testi più tecnici come Carpfishing ambienti e strategie.
Quando si usano esche hookbait conviene restare parsimoniosi nel quantitativo anche per motivi economici visto il costo elevato delle stesse. Possiamo quindi ricorrere alla strategia delle palle di pastura dove avremo l’accortezza di miscelare anche qualche boilies sbriciolata, per essere più specifici.
Normalmente le aziende producono anche le palline baiting complementari come gusto a quelle da innesco così come dei liquidi attrattivi realizzati con le stesse sostanze inserite nell’impasto delle stesse.
Questo compone quindi una linea completa di accessori per la pasturazione tutti integrati gli uni negli altri.
Ecco che in fase d’impasto della pastura da fondo potremmo inserire il liquido dedicato quando non sia addirittura possibile acquistare una pastura (in genere definita method) che sia specifica per l’utilizzo con le stesse.
Questo tipo d’ingrediente è in genere più colloso rispetto ai prodotti per la pesca generica perché se ne prevede anche un uso molto particolare dove s’ingloba il piombo all’interno della palla stessa (a volte usando piombi specifici muniti di alette) lanciando il tutto in pesca.
Il limite di questa strategia è dato dal fatto che servono canne in grado di lanciare zavorre gravose.
La maggior parte dei pescatori identifica la boilie commerciale in base al gusto scritto sul sacchetto (banana, fragola, miele, vaniglia, calamaro, spezie ecc.) che in realtà rappresenta semplicemente l’aroma sintetico utilizzato per rendere distintiva come odore la pallina.
Alle carpe piacciono le banane?
La domanda appare strana e la risposta banale che possiamo dare è che i pesci non sanno neppure cosa sia una banana! Il ragionamento vale anche per la ciliegia e la mora, anche se qualcuno potrebbe obbiettare che questi frutti potrebbero essere presenti sulle sponde di un lago o sulle rive del fiume.
Per quale motivo quindi le esche sono aromatizzate?
Negli anni ottanta dei chimici appassionati di pesca alla carpa (fra cui cito John Baker, ancora attivo nella produzione di attrattivi specifici per boilies) studiarono tutte le possibilità di rendere più appetibili e attrattive le boilies e scoprirono che la dolcezza e la presenza di zuccheri facilitavano l’accettazione dell’inganno (abbiamo già visto parlando di tiger nuts come il gel zuccherino sia il principale motivo del loro successo) e per questo le prime esche pronte imbustate erano tutte dolcificate.
Inoltre identificarono alcune categorie di sostanze chimiche primarie come gli esteri, gli amminoacidi, gli acidi organici, le ammine e diverse componenti presenti nelle spezie e nei vegetali in genere, che risultarono avere la capacità di attrarre il pesce.
Il motivo è racchiuso nel fatto che tutte queste sostanze possono essere presenti in natura proprio nel cibo naturalmente presente e grazie alla grande idrosolubilità di alcuni composti che escono dalla pallina diffondendosi nel liquido fino a essere percepiti dai sensibili organi del gusto e dell’olfatto.
La formulazione dei vari aromi e altre sostanze (in genere definite liquid food) prevede l’uso di più composti chimici fra quelli già indicati ed è questo il motivo che li rende funzionali ai nostri scopi.
Dovete quindi aver ben chiaro che le carpe non riconoscono il gusto di per sé e tanto meno lo associano a un frutto o ad altre sostanze; è stato dimostrato senza ombra di dubbio che un aroma “banana” ed uno “fragola” siano praticamente identici per l’olfatto della carpa.
La grande disponibilità di varianti e possibilità e semplicemente dovuta al marketing e alla continua richiesta di novità che spinge le aziende a fornire sempre scelte alternative ai clienti più inconsapevoli e capricciosi.
La storia ci insegna invece che i carpisti più capaci utilizzano poche combinazioni super collaudate e difficilmente cambiano.
È possibile comunque fare delle distinzioni in 3 macro categorie di aromatizzazioni:
1. Aromi al gusto di frutta o cremosi (fragola, banana, ananas, crema, Scopex, vaniglia, melone, ciliegia ecc.) tutti formulati con esteri e acidi organici, sostanze estremamente solubili a prescindere dalla temperatura dell’acqua. Sono in genere considerati molto veloci nell’attrarre il pesce e possono essere usati con vantaggio in tutte le stagioni, inverno incluso. La “vecchia scuola” inglese considera le aromatizzazioni a base di frutti rossi ideali in acqua molto fredda.
2. Aromi al gusto di pesce, mollusco e crostaceo, formulati usando delle ammine aromatiche che sono presenti anche nell’alimento naturale e che quindi sono stimolanti verso gli esemplari più grossi che sono quasi sempre i più difficili da ingannare. Questi aromi lavorano al massimo delle loro potenzialità con la temperatura dell’acqua superiore ai 15°C e sono quindi molto adatti all’autunno, la stagione migliore per la cattura degli esemplari più grossi.
3. Aromi al gusto di spezie, in genere i più naturali perché sviluppati usando le essenze di piante e radici. Questo particolare rende molto stabile e persistente il gusto delle boilies, inoltre questo tipo di stimolo piace alle carpe ma sembra interessare meno altri pesci di disturbo (come i pesci gatto). Per la loro particolare composizione sono più efficaci con l’acqua calda.
Queste regole dettate da qualche decennio di esperienza e ormai universalmente riconosciute dal mercato, possono essere utilizzate e sfruttate a proprio vantaggio per esempio mescolando fra loro aromi con caratteristiche differenti, avendo l’accortezza di seguire sempre le indicazioni minime fornite dal venditore.
Ecco quindi che spesso troviamo proposte commerciali ibride (fragola + squid oppure spezie + crema, tanto per citare un paio di esempi) per sfruttare in maniera sinergica le prerogative di sostanze differenti fra loro.
Tutte queste considerazioni di chimica organica lasciano il tempo che trovano se decidete di affidarvi a un’azienda di fiducia oppure a un rolling service (servizio di rullatura a pagamento). Queste ultime realtà, in genere gestite da professionisti molto competenti anche come pescatori, rappresentano la scelta ideale per avere esche tecniche, efficaci e personalizzate!
Vi basta infatti rivolgervi al servizio, specificare il vostro grado di esperienza e l’ambiente che avete deciso di affrontare per ricevere ottimi consigli sulla tipologia di esca da utilizzare, personalizzando eventualmente il gusto e concordando un limite di spesa ben preciso. La maggior parte dei pescatori cui ho suggerito questo tipo di servizio tende a non cambiare più creando un rapporto molto fiduciario e reciprocamente soddisfacente.
Per questo motivo la soluzione che prediligo consigliare è appunto quella di farsi rullare delle palline specifiche per l’utilizzo che s’intende fare.
Io vengo da un percorso di lunga durata fatto di self made (termine che identifica il farsi da soli le esche in casa) estremo e di sviluppo e ricerca d’ingredienti più o meno tecnici.
Come posso quindi esimermi nel consigliare la pratica casalinga dopo aver scritto 2 libri completamente a tema esche, pieni d’ingredienti e ricette?
Evidentemente non posso…
E quindi proseguiamo questo corposo capitolo con il “fai da te” trattato in maniera semplice ma redditizia e visto in un’ottica dedicata a chi non ha mai impastato una boilie prima.
Alla base di tutto c’è il mix, la miscela di farine che ci permette di strutturare la pallina e di riuscire ad impastarla con uova ed attrazione.
Vi voglio dare tre differenti livelli di miscela, uno realizzato con soli 4 ingredienti che si trovano al super mercato, il secondo più evoluto grazie all’utilizzo dei mangimi per animali e l’ultimo che richiede l’acquisto di ingredienti specifici che potete trovare solo nei negozi di pesca.
Super market mix
Come dice il nome, si tratta della versione di base che potete realizzare acquistando tutto nei negozi di alimentari (meglio iper mercati), quattro ingredienti tutti in parti uguali per non sprecare neppure un grammo di prodotto e senza dover pesare.
In pratica se acquistate le farine in confezione da un chilogrammo, la più comune, vi basterà aprire e mescolare i quattro sacchetti per ottenere quattro chilogrammi di mix che si trasformeranno in circa sei di palline finite.
Ingredienti:
· Farina di mais fioretto
· Farina di semola di grano duro rimacinata
· Biscotto savoiardo sbriciolato
· Farina ceci
Questo mix è semplice da impastare e permette di realizzare boilies adatte alla pesca in ogni stagione, aromatizzabili con ogni gusto ed aroma.
La farina di mais nella versione più fine e impalpabile è inserita per dare compattezza e peso specifico alle esche. Ha un gusto neutro che piace alle carpe e un costo molto abbordabile.
La semola ci regala struttura grazie ad una proteina (il glutine) responsabile di quella “maglia glutinica” che si sfrutta anche nell’impasto della pizza per dare elasticità.
Il biscotto savoiardo ci regala struttura in grado di assorbire i liquidi ed è molto appetibile come sapore, per questo motivo si trova presente in molte pasture destinate alla carpa.
Infine la farina di ceci è inserita come ingrediente nutritivo primario grazie al perfetto connubio di proteine, grassi e glucidi. Altro motivo importante è che si trova comodamente in tutti i punti vendita.
Volendo restare in tema d’ingredienti reperibili con comodità, possiamo pensare di elaborare un costrutto dolce e cremoso, oppure una variante sul tema più saporita e speziata. Nel super mercato troviamo, infatti, molti condimenti, polveri e creme che ben si prestano al nostro scopo.
La maggior parte dei pescatori è portata a pensare che gli ingredienti acquistati nei negozi di pesca siano appositamente prodotti dalle aziende specializzate del settore. In realtà questo è vero per un numero limitato di prodotti, per il resto si tratta di sostanze alimentari (per alimentazione umana o zootecnia) realizzati da grandi industrie specializzate che non hanno nulla a che vedere con la pesca sportiva.
Si deve semplicemente capire quali sono quelli che contengono le sostanze attrattive stimolanti per la carpa e che possono avere anche un interesse nutrizionale e di gusto.
Tratterò più avanti delle ricette complete per fare le boilies e dei metodi di realizzazione, proseguiamo invece il discorso sui mix di base.
Pet food mix
L’amore per la pesca identifica persone che amano la natura e gli animali in genere, per questo motivo è frequente che si accompagnino a qualche animale d’affezione, in particolar modo i cani.
Faccio questa premessa perché il cibo secco industriale dedicato ai nostri amici ci può offrire tante opportunità per realizzare le boilies. Carpa e cane sono classi di animali differenti e non facilmente confrontabili.
Da un punto di vista pratico sono entrambi onnivori specializzati nel consumo di proteine animali e presentano sensibilità chimica e olfattiva simili (nei rispettivi habitat di appartenenza, acqua e terra).
Per questo motivo i cibi industriali destinati ai canidi (soprattutto gli appetizzanti usati per rendere le crocchette più stimolanti e golose) hanno effetto pure sulle carpe e molte aziende specialistiche del settore non fanno altro che rivendere ai pescatori prodotti rimbustati acquistati all’ingrosso dalle multinazionali del pet food.
Il termine “Super premium” identifica quella tipologia di crocchette di alta qualità che in genere presentano al primo posto della lista ingredienti delle sostanze di origine animale; la sottocategoria del “pressato a freddo” è composta di prodotti con un peso specifico tale da affondare in acqua (e poter essere quindi usate anche per la pasturazione diretta).
Queste crocche rappresentano la scelta ideale per sviluppare i nostri progetti di mix grazie alla possibilità sinergica di usarle così come sono anche per la pasturazione preventiva o durante la pesca (inglobandole come abbiamo già visto nelle palle di pastura). Il resto degli ingredienti è simile a quello già visto in precedenza per garantire facilità d’impasto, buona coesione e compattezza una volta cotte le esche.
Ingredienti:
· Farina di mais fioretto.
· Farina di semola di grano duro rimacinato.
· Crocchette super premium macinate.
· Farina di soia tostata.
Questo secondo tipo di mix è più nutriente del precedente e più adatto anche a pasturare il posto di pesca preventivamente con 2-3 lanci di qualche chilogrammo di boilies prima della pescata stessa.
È inoltre adatto a tutti quei posti dove ritenete che le carpe abbiano molto cibo naturale a disposizione e tendano quindi ad essere più interessate ad alimenti più calorici e completi (una tendenza comune in natura a tutti gli animali).
Bird food mix
Il nostro terzo e ultimo progetto di mix rappresenta una delle miscele più utilizzate nella pesca moderna delle carpe e fa risalire le sue origini ai primi anni ottanta quando Rod Hutchinson, il più brillante ed ecclettico fra i pionieri della disciplina, creava le sue esche in collaborazione con il centenario mulino Haiths, specializzato nei mangimi tecnici per gli uccelli in cattività.
Si era, infatti, reso conto che questi prodotti erano già assemblati miscelando molte sostanze nutritive molto adatte per i nostri scopi e che permettevano quindi di comporre mix specifici da carpe, usando meno elementi e semplificando quindi il lavoro.
Per trovare tutti gli ingredienti necessari per questo terzo mix ci dobbiamo rivolgere ai negozi specializzati oppure al consorzio agrario ben fornito di farine e mangimi.
Come al solito quattro ingredienti inseriti con uno schema 4-3-2-1 (quattro parti, tre parti, due parti ecc.) che permettono di costruire palline gustose, nutrienti, molto compatte e resistenti, del tutto simili alle ready made che possiamo acquistare già pronte.
Ingredienti:
· Quattro parti di pastoncino Birdfood (Quikò, Biskò, Cedè, CLO ecc.).
· Tre parti di semola di grano duro rimacinata.
· Due parti di farina di pesce (Aringa, salmone, tonno, misto ecc.).
· Una parte di Latte scremato in polvere.
Per farvi capire meglio la distribuzione degli ingredienti, pensiamo di voler realizzare un chilogrammo di mix, dovremo mescolare 400 grammi del primo ingrediente con 300 del secondo, 200 del terzo e 100 dell’ultimo (totale 1000 grammi). Quest’ultimo progetto rappresenta l’evoluzione delle altre ricette e permette di creare un mix semiprofessionale che in gergo sarebbe definito “All round” ovvero adatto a molteplici scopi e acque differenti.
La boilie è il risultato dell’impasto delle farine con le uova e con i liquidi attrattivi più opportuni, in linea di massima un mix rulla con circa 500 millilitri di liquidi per ogni chilogrammo di parte secca.
Questa proporzione dipende ovviamente dagli ingredienti secchi che possono essere più o meno assorbenti e anche dalle condizioni ambientali e dalla temperatura del luogo in cui realizziamo il tutto. Una stanza calda e asciutta comporterà l’utilizzo di 30-70 ml. di liquidi in più rispetto ad un luogo più fresco e umido. Per questo motivo non è possibile fornire indicazioni precise sui liquidi e questi vanno sempre regolati di conseguenza. La discriminante è in genere un uovo in più o in meno e le correzioni da apportare sono semplici:
· Se ho il mix troppo duro aggiungo un uovo in più e continuo ad impastare.
· Se ho il mix troppo molle aggiungo farine (se me ne sono rimaste) oppure lascio riposare il panetto d’impasto in un sacchetto per 5-10 minuti.
Alla parte liquida spetta gran parte dell’attrazione dell’esca, per questo motivo è indispensabile se non si pastura mentre diventa meno importante se abituiamo il pesce alle palline gettandole ripetutamente in acqua prima di pescare.
In questo caso è il mix a fare la differenza.
Vediamo ora alcune combinazioni aromatiche partendo sempre da soluzioni casalinghe da super mercato, fino ad arrivare a combinazioni di prodotti comperati nei negozi specializzati.
Ogni combinazione proposta è applicabile a ciascuno dei tre mixes proposti secondo i gusti personali e delle esigenze specifiche.
Tutti i dosaggi indicati si riferiscono a un chilogrammo di mix secco.
Prima base supermarket:
· 80 ml. di latte condensato
· 20 ml. di aceto di mele biologico
· 20 ml. di liquore maraschino
· Circa 6-7 uova medie
In questa prima versione inseriamo il latte condensato, un concentrato di zuccheri e proteine del latte che renderà molto appetibile la pallina; l’aceto di mele che contiene naturalmente attrattivi come esteri e acido acetico e infine il liquore al maraschino che a sua volta contiene aromi naturali. Questa base lavora bene a tutte le temperature.
Seconda base supermarket:
· 100 ml. di burro d’arachide
· 50 ml. di liquore tipo Vov (liquore a base di tuorlo d’uovo)
· Circa 5-6 uova medie
Due soli ingredienti capaci di dare gusto e spinta nutritiva al nostro impasto. Il burro d’arachidi è uno dei miei preferiti, lo uso dagli anni ’90 e mi ha permesso di creare boilies eccezionali a costo molto basso. Il liquore a base di tuorlo e aromi naturali enfatizza molto la componente grassa che è una delle più apprezzate dai grossi pesci a patto che l’acqua non sia troppo fredda. Il limite minimo per sfruttare la forte attrazione dei grassi è posto al di sopra dei 15 gradi centigradi (temperatura misurata nell’acqua).
Terza base supermarket:
· 100 grammi di pasta d’acciughe
· 50 ml. di salsa di soia Tamari
· 30 grammi di paprika forte in polvere
· 5-6 uova medie
Tre ingredienti differenti, uno cremoso, un liquido e una polvere, da mescolare insieme per ottenere una crema che poi sarà stemperata nelle uova. Questa base ci permetterà di ottenere boilies sapide e gustose ma non dolci. La pasta d’acciughe è un attrattore che stimola i sensi dei pesci in maniera naturale analoga al cibo naturale e per questo motivo è poco sospetta. La salsa di soia Tamari è la più forte come gusto e la meno salata.
Questa prerogativa è data dalla lunghissima fermentazione del seme di soia che sprigiona un gran numero di sostanze chimiche tutte molto attrattive per un pesce onnivoro come la carpa. La spezia contiene invece dei fattori pigmentanti che ingannano gli organi di senso dei grossi ciprinidi in quanto recepiti dagli stessi bottoni sensoriali che individuano le sostanze della stessa famiglia, presenti nel carapace dei crostacei (gamberi e granchi). Questa base è adatta a tutte le temperature e ad acque ricche di nutrimento.
Prima base con ingredienti misti:
· 50 ml. di melassa di canna o barbabietola
· 50 ml. di olio di fegato di merluzzo per cani
· 30 ml. di propilene glicole
· 20 ml. di aceto di melograno
· 10 gocce di olio essenziale di pepe nero
· 5-6 uova medie
Per le tre basi a seguire dovremo acquistare gli ingredienti fra supermercati, bazar etnici e consorzi specializzati in pet food (oppure cercando on line). Ampliando i nostri orizzonti riusciamo a introdurre elementi più complessi che ci permettono un più ampio spettro di gusti e intensità. In questo caso inseriamo la melassa liquida, un integratore per mangimi dolciastro dal forte odore e gusto di fermentato, ottenuto in una delle fasi primarie della produzione dello zucchero. Questo ingrediente è molto appetibile per i grossi ciprinidi. L’olio di fegato di merluzzo si usa come integratore di vitamine e grassi per molteplici specie di animali da reddito e affezione e in acque calde offre possibilità di attrazione che possono spingere il pesce dagli strati più superficiali verso il fondo.
Il terzo ingrediente è molto conosciuto da chi usa la sigaretta elettronica, si tratta, infatti, di un solvente usato per sciogliere gli aromi destinati all’apparecchio. Lo scopo nella ricetta è miscelare bene fra loro gli altri componenti e mantenere le boilies belle umide e stimolanti anche dopo l’asciugatura. L’aceto di melograno è una versione a base di frutti rossi molto efficace e l’olio essenziale determina un gusto molto persistente e gradito alla carpa.
Gli oli essenziali si possono acquistare in erboristeria e nei negozi etnici. Devono essere puri al 100% e non presentare nessun solvente chimico per poter essere utilizzati per i nostri scopi. Questa base essendo oleosa offre la maggior efficacia con temperatura dell’acqua superiore ai 15 gradi.
Seconda base con ingredienti misti:
· 80 ml. salsa di pesce Squid Brand
· 20 ml. salsa di soia Tamari
· 30 ml. di glucosio
· 20 grammi di curry giallo in polvere
· 5-6 uova medie
Questa nuova variante utilizza un altro dei miei ingredienti preferiti, la salsa di pesce fermentata. Questo condimento alimentare a uso umano, che nasce in Italia in epoca romana, (ne racconto la storia nel mio primo libro The Bait guru che tratta tutti gli ingredienti presenti sul mercato) è un prodotto utilizzato nella cucina asiatica e realizzato fermentando al sole per molti mesi dei pesciolini simili alle acciughe. Il processo apparentemente disgustoso è stabilizzato con il sale e il risultato è un liquido che contiene i tessuti dei pesci liquefatti, una fonte di attiranti e di gusto molto potente.
Si acquista nei negozi di cucina etnica oppure on line ed ha prezzi molto vantaggiosi (se confrontata con prodotti analoghi del settore pesca) che ne giustificano anche un impiego massiccio. La salsa di soia è sinergica e abbiamo già visto perché è attrattiva.
Il glucosio è un dolcificante naturale e il mio consiglio è di usarlo miscelandolo con la spezia in polvere per creare una combinazione di gusto ottima che poi andremo a stemperare nell’uovo con gli altri ingredienti.
Questa base nutriente si può considerare all round, termine inglese che identifica la possibilità di uso in tutte le condizioni climatiche e ambienti.
La consiglio in modo particolare se vogliamo realizzare boilies con cui condurre anche pasturazioni preventive, questo non significa però che non sia anche immediata e adatta alle azioni veloci.
Terza base con ingredienti misti:
· 70 ml. di miele
· 30 ml. di aceto di miele
· 50 ml. di idromele
· 10 gocce di olio essenziale di cannella
· 5-6 uova medie
Questa terza scelta, tutta formulata su ingredienti rintracciabili nei negozi etnici oppure on line si basa su attrazione tutta naturale usando il miele e i suoi derivati.
Ci sono informazioni sull’uso del miele nelle pastelle come attrattivo per carpe in libri dei primi del novecento, questo la dice lunga sulla sostanza e sulla sua efficacia.
Per la scelta del miele vi consiglio le forme più liquide come il millefiori, la melata oppure l’acacia. Idromele e aceto di miele sono rispettivamente il “vino” prodotto con il miele, un blando alcolico utilizzato dagli antichi romani (una sorta di nettare degli dei) e l’aceto ottenuto dall’idromele.
A potenziare il tutto l’essenza della cannella, una spezia che piace molto come gusto alle carpe e che è sinergica al resto degli ingredienti.
Prima base con ingredienti specifici:
· 70 ml. liquid liver
· 30 ml. propilene glicole
· Aroma squid
· Aroma Scopex
· Dolcificante intenso
· 6-7 uova medie
Le prossime tre proposte si realizzano acquistando gli ingredienti tecnici proposti dalle varie aziende specializzate. In genere tutti i marchi fanno riferimento a 3-4 grossisti a livello mondiale e quindi la qualità è mediamente la stessa. Il rapporto è quindi fiduciario e il consiglio è sempre quello di riferirsi a negozianti con un buono storico in termini di carpfishing in modo da potersi far consigliare nella “giungla” delle possibilità offerte dal mercato.
Questa collaudatissima combinazione chiamata in gergo “S.S.L.” è un’invenzione di Kevin Nash e del suo bait maker Gary Bayes, ed ha superato la prova del tempo come affidabilità ed efficacia in tutte le acque.
L’azienda in questione offre (al momento della stesura di questo libro) anche delle ready made con questo tipo di soluzione attrattiva.
Misceliamo il fegato liquido, in genere prodotto con la frattaglia del pollo (un appettante usato per le crocchette dei cani) il più potente dei liquidi specifici, con il glicole per tenere le boilies belle morbide e idratate e potenziamo il tutto con la combinazione sinergica dell’aroma sintetico di calamaro e lo Scopex, nome proprio di un aroma proposto da Rod Hutchinson negli anni ottanta (una sorta di burro fuso rancido composto da acidi organici, esteri e lattoni) e un dolcificante specifico per boilies.
Questi ingredienti riportano sulla confezione i dosaggi minimo e massimo che possono differire da un’azienda all’altra a causa della formulazione e della concentrazione. In genere si mantiene la dose minima quando si usano due aromi insieme (come in questo caso) mentre per il dolcificante staremo sulla media.
Gli aromi di sintesi si possono gestire anche in funzione delle situazioni ambientali e del tipo di pesce che si intende insidiare. Nelle acque molto pulite ed in presenza di grosse carpe selvatiche conviene dosare al minimo, mentre nelle acque torbide o inquinate e nei confronti di piccoli pesci di branco si tende ad alzare.
Seconda base con ingredienti specifici:
· 50 ml. CSL
· 50 ml. melassa
· Aroma fruttato
· Dolcificante intenso
· 6-7 uova medie
Un altro grande classico tutto con stimoli vegetali, ideale anche per le carpe normali e quelle erbivore (chiamate Amur). Il CSL è una sigla che identifica il corn step liquor, volgarmente detto liquore di mais, un sotto prodotto della fermentazione del mais per produrre bio etanolo. Si tratta di un liquido denso e fermentato molto ricco di gusto e di zuccheri semplici. Lo stesso dicasi della melassa (di cui abbiamo già parlato).
La scelta dell’aroma fruttato è personale anche se io distinguo in due semplici categorie: frutta rossa o frutta dolce (esempio fragola e banana). Le due tipologie si differenziano per la tipologia di esteri e lattoni che le caratterizzano, ma all’interno delle stesse non vi sono grosse differenze. Per capirci bene, in termini chimici non vi è molta differenza per la carpa tra fragola e ciliegia, oppure fra banana e ananas.
Per la dose d’aroma fate riferimento alle indicazioni espresse prima rispetto alla qualità dell’acqua. Questa base è adatta sia ad acque calde sia fredde.
Terza base con ingredienti specifici:
· 70 ml. liquid krill
· 30 ml. olio di salmone
· 30 ml. glicole propilenico
· 20 grammi di paprika forte
· Aroma al pesce o crostacei
· Olio essenziale aglio
Terminiamo le nostre basi più tecniche con una variante molto tecnica e dedicata a grossi pesci che si nutrono di crostacei. L’idea è di ingannare i sensi dei pesci con stimoli simili a quelli naturalmente ricercati.
Nelle acque dove vivono gamberi, granchi, corbole e altri invertebrati dotati di carapace, le carpe più grosse si abituano a cercare principalmente questi nutrienti che sono i più interessanti per il loro benessere.
Questo è uno dei motivi per cui i carpisti più abili s’ingegnano a comprendere le abitudini e l’habitat di questi animaletti per individuare i posti migliori in cui calare le lenze.
Il primo ingrediente è un estratto di gamberetto oceanico, il cibo principale delle balenottere azzurre, uno dei migliori attrattori di sempre.
Io lo conosco molto bene perché realizzai una boilie ready made con grande dosaggio di krill che fu la prima di questo genere proposta sul mercato italiano (ne parlo rivelandone la ricetta su entrambi i miei libri dedicati alle esche).
È quindi uno dei miei ingredienti preferiti e amo usarlo in combinazione con olio di salmone e paprika in polvere perché entrambe le sostanze rinforzano lo stimolo che ricerchiamo. Gli aromi al pesce contengono anche questi, sostanze che replicano gli stimoli naturali (ne ho parlato all’inizio di questo capitolo) e l’olio essenziale d’aglio crea un connubio gustativo vincente. L’aroma si dosa medio basso rispetto alla posologia del produttore mentre l’essenza di aglio che è fortissima, è inserita in dose massima di 2 gocce.
Con questa ricetta avanzata chiudiamo il cerchio delle combinazioni e a parer mio, c’è quanto basta per pescare in ogni condizione.
Questa passione comprende una continua evoluzione e voglia di sperimentare, per questo motivo si possono anche inventare nuove strade che mescolano e combinano i liquidi selezionati creando veramente possibilità quasi infinite e certamente sufficienti per chi inizia e non solo!
Arrivati a questo punto molti si chiederanno come si fanno, in pratica, le boilies?
Per prima cosa vi suggerisco la visione dei numerosi video al riguardo che ho caricato sul mio canale youtube oltre a seguire le istruzioni che seguono.
Andiamo quindi ad analizzare le varie fasi con metodologie semplici, applicabili a normali utensili di cucina senza bisogno di attrezzi specifici che non sono indispensabili fino a quando non si vorrà superare la soglia dei 3-5 chilogrammi di esche per volta.
Per la realizzazione ci serviranno un’area di lavoro piana dove impastare, un paio di bacinelle capienti, un secchiello con coperchio, bilancia per pesare le farine, misurini per dosare i liquidi, la pentola per bollire e un supporto adatto ad asciugare le nostre palline. Per comporre il mix peso gli ingredienti e li unisco in una bacinella di dimensioni adeguate dove rimescoleremo grossolanamente con le mani oppure con un frustino. A questo punto trasferiamo le polveri nel secchiello e chiudiamo con il coperchio per poter rimescolare vigorosamente scuotendo il contenitore (in mancanza di questo accessorio possiamo usare un sacchetto di nylon capiente avendo cura di chiudere bene).
Nell’altra bacinella misceliamo con la frusta tutti i liquidi necessari per un chilogrammo di mix lasciando in parte un paio d’uova che ci serviranno a regolare l’impasto alla fine (quindi tutti i liquidi necessari e 4 uova se la ricetta ne prevede 6).
Pesiamo un chilogrammo di mix nella bacinella più capiente e versiamo il liquido corrispettivo amalgamando il tutto per qualche minuto usando una forchetta, poi passiamo alle mani fino a raggiungere una buona compattezza. Giunti a questa fase dell’impasto facciamo riposare per qualche minuto e poi decidiamo se servono le uova che abbiamo lasciato indietro oppure no.
Come si fa?
Dopo la breve pausa che serve a far uscire aria dall’impasto e attivare gli amidi delle farine in modo da assorbire bene la parte liquida, osserviamo la consistenza e apparenza dell’amalgama. Se è asciutto, ci si accorge facilmente perché si creano delle screpolature, quindi aggiungiamo un uovo alla volta impastando di nuovo per qualche minuto fino a raggiungere una consistenza molto elastica e plastica senza che appiccichi alle mani. Se invece è piuttosto molle al tatto siamo già ben idratati e ci basterà aspettare ancora 5 minuti per farlo asciugare un po’ di più.
La sfericità delle palline è molto importante per gli inneschi poiché si tratta della forma migliore per far lavorare bene l’hair rig, ma per realizzare velocemente qualche chilogrammo di esche senza gli strumenti di rullatura (estrusore che crea il cilindro e la tavoletta che realizza le palline) è più facile fare dei cubetti. Per questo motivo realizziamo a mano qualche decina di pallette prelevando piccole porzioni d’impasto e rullandole fra i palmi delle mani (stesso processo usato per fare gli gnocchi) mentre con il resto realizzeremo dei parallelepipedi rettangolari utilizzando magari il mattarello, uno strumento atto a stendere l’impasto, oppure semplicemente una bottiglia di vetro.
Le boilies le possiamo preparare in diametri variabili da 20 a 30 millimetri per avere inneschi di varie dimensioni, mentre i parallelepipedi dovrebbero avere spessore massimo di circa 2 centimetri e larghezza e lunghezza in funzione della pentola (è lo spessore che influenze il tempo di cottura). A questo punto andiamo a cuocere per bollitura inserendo nell’acqua che già bolle non troppe palline alla volta (in modo da non far calare la temperatura del liquido) facendole cuocere per 2 minuti e mezzo nella
misura del 20 millimetri, 4 per il diametro più grosso, scolandole con la schiumarola e poggiandole su un panno asciutto o sulla carta assorbente.
I cubi si cuociono sempre per bollitura, uno o massimo due alla volta per un tempo doppio rispetto allo spessore (quindi circa 4-5 minuti per due centimetri). Dopo averli scolati, li lasceremo raffreddare per almeno dieci minuti e poi li taglieremo prima a fette e poi a cubo ottenendo la forma regolare (2x2x2 centimetri di lato) che ci servirà in pesca. Una volta tagliati possiamo ridurli in piccoli pellet che saranno particolarmente utili per essere inseriti nei sacchettini o retine di PVA di cui ho già parlato; basterà passarli al tritacarne e l’operazione sarà molto facile.
I cubi e le boilies vanno asciugati bene per evitare l’insorgere delle muffe. Il sistema migliore utilizza le cassette di plastica forate del fruttivendolo che possono facilmente essere impilate e che lasciano passare agevolmente l’aria. Si possono usare in pesca già dopo poche ore dalla cottura e possono rimanere sulle cassette per qualche giorno in luogo fresco e asciutto al riparo dal sole, poi è meglio congelare per garantire la miglior conservazione possibile.
All'interno del sito e nel blog, trovi molti video didattici e pratici e anche ricette più tecniche per realizzare le boilies, te ne elenco alcuni qui di seguito.
(video completo sulle tiger nuts)
(come fare le boilies articolo tecnico)
(ricette boilies da pastura nutritive)
(le Total boilies, le esche più tecniche)