NIRVANA
Di Stefano Forcolin
Quanto può diventare importante per un uomo la sua passione?
Quanto ne può esser bisognoso per mantenere il suo equilibrio?
Siamo creature abituate a non accontentarci di relazioni superficiali e anche il carpfishing può diventare un vero e proprio amore…
Quando ti chiamo “caro vecchio amico mio”, so di essere bugiardo e un po’ mi vergogno ad ammetterlo perché dovrei rivolgermi a te con “caro vecchio amore mio…”
Per tutto questo lungo periodo ti ho sentito lontano ed ho avuto paura di perderti. I sentieri della vita mi avevano preparato una corsa ad ostacoli ed io ogni qualvolta fossi caduto mi sarei ritrovato a non avere più tutta quella forza di un tempo e rialzarmi non sarebbe stato più così facile. Lentamente la schiena si raddrizza, la testa ritorna alta, e magari anche se per poco, finalmente una mattina mi ritrovo lungo una delle mie amate sponde. Non ho ancora visto quel piccolo fremente punto blu dalle piume cangianti.
La vista del suo volo lineare e radente sta sempre ad annunciare che una carpa, alla fine, abboccherà! Oggi la mia levata ha anticipato la consueta veggenza, infatti ho già potuto accarezzare le dorate squame di una giovane regina che mi ha fatto temere di perderla. Sull’altalena spericolata del mio cuore ho intuito che nulla, ma proprio nulla, è andato perso! La passione è ancora integra dentro di me, forte come non mai…Ora che son riuscito a mettere un po’ d’ordine tra i miei scaffali, tra la polvere ritrovo un prezioso gioiello che temevo il tempo mi avesse rubato. Il silenzio che ritorna dopo il frastuono e gli scrosci d’acqua alla ricerca della tua libertà! Sento che quel silenzio mi vuole parlare…
Cado in una sorta di ipnosi nella quale posso vedere e sentire tutto…
Una foglia che cade non fa rumore ma riesce a dirmi che si può cadere senza paura e che ogni caduta può anche essere volo...
Riesco solo a sentire l’onda mossa dal passaggio di una vecchia barca di legno e lontano, lassù, un picchio batte forte sulla dura scorza marrone ed il suo eco si confonde, ma non mi confonde…
Dietro di me i campi dai quali si leva il richiamo di un fagiano alla sua femmina e sul finire, da molto più in alto, le fronde degli alti pioppi sussurrano che l’aria fresca è arrivata e che tra poco, forse, pioverà. Un cigno attraversa il fiume e nel suo incedere nervoso fatto di andirivieni che lo fanno sembrare una sentinella, difende il suo nido. Sia questo il suo rumore, la sua parola?
Questo è il mio silenzio e come se, nell’udirlo, fosse la prima volta, lo scopro ora!
Questi suoni sono familiari, come voci amiche che fatico a ricordare e mi chiamano. Sono in comunione con me stesso e quello che sento è un rapporto di pace e nello stesso istante mi accorgo di quanto sordo posso esser stato in tutto questo tempo!
Un fremito d’ali mi giunge come una nota assoluta e imperante a dire che questa è l’essenza…
E’ stata una follia credere di essere stato abbandonato, ora è tutto chiaro. Ho avuto bisogno della lontananza da momenti come questo, ho avuto bisogno della lontananza, ho avuto bisogno di questo per capire dove avevo sbagliato, per comprendere dove era nascosta la trappola scura pronta ad inghiottirmi per sempre! Mi ero perso. Io che pensavo fossero gli eventi della vita a cambiare le persone, a farle perdere. Una secchiata di realtà mi rovescia addosso tutta la consapevolezza che la mia natura d’uomo e la mia stessa passione fossero le uniche colpevoli del mio smarrimento. Con la stessa consapevolezza mi chiedevo se si può esser accecati dal buio…Troppa luce acceca, come rende ciechi vivere nell’oscurità! Era forse questa la ragione? L’effimero desiderio di vanità. Apparire. Essere. Mi ritrovavo schiavo dell’incubo di una passione a trascurare me stesso. La foga come unica compagna. L’ossessione di dover dimostrare sempre qualcosa, a qualcuno! Non più solo a me stesso, oppure a nessuno…Sento che questo regalo è rarità, mentre scopro forze nuove, mai conosciute prima. In un lampo l’ansia della competizione, dei record, del peso, degli sponsor, della calca, dell’ignoranza di pochi a scapito di molti…Quanto sono lontani!
Sono chiuso dentro l’unico compartimento stagno e sicuro, e questo mi fa capire che sono salvo, sono ancora vivo! Un po’ mi vergogno di questo, io che ho famiglia, figli e moglie che amo. Il carpfishing mi sta donando un qualcosa del quale ho assolutamente bisogno, non posso più farne a meno! Fosse solo stare un po’ con me stesso, di volermi bene, di parlarmi, di ascoltarmi, di capirmi. Quelle tre cime protese al successo, non sono nulla al cospetto di ciò che rappresentano veramente. Quei tre fuscelli inanellati sono solo volgare sostanza. La certezza che tutto a un tratto può cambiare, può risolversi... Sono una materiale speranza alla quale aggrapparsi per poter sperare. Sono una fune alla quale rimanere attaccati, per non perdersi. Ora mi rendo conto che è facile cedere alle tentazioni, in un mondo come il nostro, dove ciò che conta è sempre il risultato. Un bagliore ci acceca e noi non riusciamo più a vedere il lato vero della nostra passione, siamo attratti dal quel luccichio e questo ci costerà un prezzo troppo alto, e una volta pagato ci renderemo conto di quanto tutto ciò sia vuoto e privo di senso, e senza accorgercene saremo già divenuti schiavi. Ora sento l’odore del materassino ancora bagnato, che l’aria porta a me, non è un odore gradevole ma mi piace perché mi ricorda il pesce appena preso e provo tenerezza per quel bellissimo animale. Credo di aver capito che nella vita non basta avere delle passioni per essere felici, ma bisogna saperle coltivare, perché in ogni passione si nasconde l’ossessione pronta a catturare ogni nostra debolezza, per diventare incubo. Viviamo in un mondo viziato da mille tentazioni e il carpfishing non rappresenta certo l’isola felice sulla quale potersi riparare, anzi! Davanti a me il fiume scorre placido e dopo aver lavato la città dai suoi mali, scivola lento verso il mare, portandoli via con sé, lontani da noi. Per questo ne sono innamorato e provo tenerezza per quest’umile e silenzioso eroe, che mai nulla chiede in cambio. Uno sciame di tante foglie, come un gruppo di ciclisti dalle maglie variopinte, scende in superficie disegnando traiettorie perfette e mi dice che l’autunno è alle porte. E’ il momento migliore, quando in pochi passeranno di qua, mentre molti pesci assaggeranno le mie esche, e quando la sera me ne andrò pienamente appagato, sarò felice di essere stanco. Vorrei vivere felice, voglio amare la mia passione ma non voglio che sia lei a scrivere il copione, vorrei poter amarla senza diventarne schiavo! Per amare il carpfishing basta essere onesti e portare rispetto. Rispetto e onestà sono termini che una società come la nostra difficilmente insegna e sono troppe volte astratti ai tanti occhi di chi è accecato da manie di grandezza e traguardi di vittoria. Il carpfishing è solo malato di questo. Bisogna imparare a saper scindere le cose e iniziare a pensare a quanto sia prezioso e che cosa rappresenti veramente, per noi, il carpfishing. Dovremmo, un giorno, sentirci tutti quanti un po’ più stupidi, perché ci saremo accontentati “insensatamente” delle cose che abbiamo. In realtà non lo saremo, perché, quel giorno, avremmo ancora più paura di perderle!