La vita è facile

LA VITA È FACILE

Ma vale davvero la pena complicarsi l’esistenza con mille teorie, ricette, ingredienti, per catturare una carpa?

La realtà delle cose è davvero così complicata?

Qual è il filo d’Arianna che non ci faccia perdere in questo gigantesco labirinto?

 

Ogni giorno che passa mi vede sempre più convinto di quanto sia facile, nel carpfishing, complicarsi la vita. Un esercito di appassionati soprattutto giovani, si avvicina a questo mondo dalle mille meraviglie, convinto e spinto da sogni di gloria. Molto spesso si tratta di persone che si avvicinano per la primissima volta al mondo della pesca e quindi risultano sprovvisti anche di un seppur minimo back ground. Per un semplice appassionato con alle spalle qualche trascorso di pesca alla carpa, è facile comprendere come le cose non possano venir stravolte, neppure parlando di carpfishing. Il carpfishing è una tecnica di pesca mirata alla cattura delle grosse carpe e benché corredata da mille ammennicoli, rimane una semplice tecnica di pesca, nella quale pochi e chiari elementi risultano veramente essenziali ai fini del risultato. Per un giovane alle prime esperienze è facile perdersi al primo impatto con questo mondo che il commercio ha reso simile ad un labirinto. Molti hanno creduto che sarebbe stato opportuno affinare le tecniche, approfondire scientificamente gli argomenti, variegare strategie ed approcci, e questo ha portato inevitabilmente ad aggiungere pagine ai cataloghi e alle riviste. Questa evoluzione vista nell’ottica di chi ha un po’ di cognizione di causa, non rappresenta alcun ostacolo ed è un fattore molto positivo che ha portato ad elevare questa tecnica di pesca a tecnica sopraffina, dove ci si può confrontare e dibattere su tantissimi e sempre più vari aspetti. Ve lo immaginate un carpfishing fatto di un amo, una boilie ed un piombo? Quanto durerebbe l’interesse verso argomenti così scarni e semplici? Cosa leggeremo poi sulle riviste? Visto in quest’ottica il carpfishing non sarebbe mai cresciuto e non sarebbe diventato il colosso dei giorni nostri. Questo fenomeno dettato da un continuo fermento di ricerca, di studi, di prove, di test e collaudi, di un susseguirsi ininterrotto di nuovi materiali, ha portato allo stato attuale, ossia una piattaforma così affollata ed intricata da risultare impenetrabile per chi non ha un livello di preparazione sufficiente. Di questo, noi delle riviste dovremmo prendere atto, e fare in modo di rendere un po’ più accessibile questo mondo. Mettere da parte qualche volta il nostro continuo voler arroccarci in teorie innovative quanto assolute, per preservare e tenere intatto il nostro ineguagliabile sapere…

Scendere ogni tanto sulla terra, possibilmente vicino ad un corso o specchio d’acqua per stare un po’ più vicini a chi sta per iniziare. Capita molto frequentemente che taluni scappino davanti a tante difficoltà, esasperati nel non comprendere aspetti invece semplicissimi, complicati solamente dal volere dell’esperto di turno. Da qualche tempo frequento il forum di Big Fish, ditta con la quale da cinque anni collaboro, e mi rendo ogni giorno sempre più conto di quanti si trovino in difficoltà. Uno degli aspetti più oscuri è proprio quello che riguarda l’esca. Molti pensano che il carpfishing sia una tecnica che ha raggiunto verità assolute e sistemi infallibili. Tantissimi sono convinti che qualcuno abbia scoperto la boilie dei miracoli… Troppi chiedono ancora quante uova servono per un chilo di mix! Ho letto di ragazzi che inseriscono venti ingredienti liquidi all’interno di una boilie e poi non sanno neppure come impastare…C’è troppa confusione!

Le cose sono molto più semplici di quanto non si voglia far credere. Nel mio articolo precedente cercavo di far comprendere di quanto una buona esca possa davvero fare la differenza. Molti puntualmente hanno vaneggiato su questa cosa credendo che il sottoscritto abbia a sua disposizione ingredienti segreti e non alla portata di tutti. Nulla di tutto ciò (purtroppo). Chi inizia, dovrebbe prendere confidenza con questo mondo a piccoli sorsi. Inutile e controproducente risulta infatti gettarsi a capofitto su ricette iper complesse ed esche scientificamente superiori. Chi vuole iniziare con coscienza dovrà dotarsi di un minimo di umana umiltà e non pretendere che la cattura di due carpe, lo possa insignire del titolo di professore. Io credo che una boilie che può fare la differenza, oggi più che mai, sia alla portata di tutti, esperti e non. Anche chi inizia ha a portata di mano ingredienti, ricette ed esperienze tali da poter disporre di quanto di meglio vi possa essere. L’umiltà nel saper ascoltare, leggere e apprendere farà comprendere al carpista intelligente che inizialmente è utile affidarsi ad esche già confezionate. Ho avuto modo in svariate occasioni di esporre il mio pensiero circa l’argomento e le mie esperienze sono tali da poter affermare con certezza che molte esche pronte oggi in commercio, rappresentano standard di qualità elevatissimi da poter essere usate con la massima fiducia. Inizialmente questo approccio ci aiuterà a prendere confidenza con altri aspetti importanti quali la ricerca del pesce, i montaggi e quanto d’altro.

Seguirà, a questa fase iniziale un periodo nel quale inevitabilmente ci avvicineremo alle esche auto-prodotte. Questa fase è alquanto delicata in quanto può dare adito a fraintendimenti dettati dalla poca esperienza. Sarà opportuno avere lo scrupolo di prendere confidenza con farine, uova ed additivi vari, ma ciò non significa essere alchimisti o avere nozioni di chimica. Tutt’altro! Le cose sono semplici! La vita è facile! Anche in questo caso, il mio consiglio è quello di iniziare con i mix già pronti. Troppi neofiti sono convinti che sia umiliante e poco professionale, mettere le proprie sorti in mano ad un mix preconfezionato. Non sanno che molte ditte producono miscele che derivano da ricette di esperti formulatori che hanno dedicato anni di ricerche, studi e prove. Molti non immaginano neppure quanto lavoro ci sia dietro ad un buon mix… Prove ininterrotte di combinazioni tra i più svariati sfarinati, l’attenzione posta nei contenuti nutrizionali, ai valori biologici, la digeribilità, il gusto…Ore ed ore passate a fare e disfare fino a giungere al voluto. Molti credono che sia troppo importante ai fini del risultato riuscire a comporre da soli un buon mix (e per certi aspetti lo è), tralasciando volutamente l’uso dei mix già pronti, non sapendo che omettendo questa pratica, rischiano di commettere un grosso errore, perdendo solo tanto prezioso tempo. Chi intelligentemente sceglierà di prendere graduali piccole dosi di queste esperienze, avrà dalla sua parte un sensato processo di maturazione, che lo porterà a conoscere a fondo tutti i basilari concetti sui quali si incardina il nostro movimento. Rimango ogni volta più colpito nel trovarmi di fronte a carpisti novelli che credono sia importante inserire nelle loro esche, miriadi di ingredienti, inutili intrugli, quando io, vecchio carpista, so che spesso ad un buon mix non serve nulla…Io che ricerco nelle combinazioni aromatiche la giusta armoniosità, io che credo che alla fine quello che conta sia il gusto…Io che adopero i mix già pronti con la determinazione e le gioia che deriva dalla consapevolezza di chi è conscio di non poter fare e avere di meglio…Poi mi trovo a condividere pareri con chi ha appena iniziato e taglia un ottimo mix già pronto con proporzioni insensatamente inadeguate di tante farine a lui sconosciute e capisco che invece l’unica proporzione inadeguata è insita nel suo personale squilibrio tra vanità ed umiltà. La vita è facile, questa è la verità che molti vogliono tener nascosta o non vogliono capire! Se nelle cose che facciamo vi è la qualità, la purezza dei nostri intenti, lo spirito vicino alla nostra passione, senza mai farci macerare da fuorvianti desideri, la cognizione che la semplicità è l’arma con la quale sfidare questa prova, saremo sulla giusta via, di quello che, se vogliamo, è un percorso dai risvolti umani. Avevo iniziato questo scritto con l’intento di parlare dell’importanza del dolcificante, di come sia corretto abbinare le giuste dosi di aromi combinati, della semplicità racchiusa nel gesto di una mano che versa il contenuto di un boccino…Alla fine sono andato un po’ fuori tema. L’ho fatto apposta! Credo che tra queste pagine vi sia davvero la formula per comporre la boilie perfetta! Per questo motivo penso che oggi sia più importante mostrare una sequenza di come fare una buona boilie. Queste sono le premesse che, unite alla pazienza e alla perseveranza del tempo, potranno fare di qualsiasi neofita, un buon carpista. Il segreto di una longeva passione è racchiuso nella pazienza, nel rispetto e nell’amore, di volerla scoprire piano, piano. La morte di una passione arriva con lo stesso fuoco che un minuto prima vi ardeva nel petto e che ora invece ha bruciato le tappe.

 

 

Didascalia foto a corredo:

1- rompere le uova

2- dosare gli additivi

3- unire gli additivi alle uova

4- mescolare con agitatore elettrico o meccanico

5-unire il mix al composto dei liquidi

6- rimestare aggiungendo il mix poco per volta…

7-fino ad ottenere…

8-…un impasto compatto che non si appiccica alle mani.

9- preparare il classico salame per la pistola estrusore.

10- estrudere

11- rollare

12- passare le palline sulle apposite retine.

13- ora sono pronte per la cottura a vapore.

14- inserire gli appositi cestelli nel pentolone con poca acqua e bollire per 10 minuti a fuoco vivo con coperchio chiuso.

15-ora sono cotte togliere i cestelli…

16- …e riversare le boilies su un panno fino al loro totale raffreddamento.

17- passare le boilies in cassette di plastica per 2/3 giorni di asciugatura.

 

18- tutto questo lavoro alle volte paga!