LE MASCHERE DELL’ILLUSIONE
Aromi, sweetners, additivi, palatants, conservanti, oli essenziali ed ancora molti altri.
Una selva oscura ed intricata, adatta più a far perdere la testa ad un chimico che ritrovare un pescatore.
Eppure tutto questo mercato ha basi semplici, basate sul gusto e sulla nostra arte e fantasia…
Illusione e inganno. Ricordate?
Ma quanti aromi!
Avete mai provato a far entrare in una lista tutti gli aromi che fanno parte del grande catalogo del carpfishing? Impossibile! Ma non sono troppi? Servono realmente tutte queste fragranze? In realtà a cosa serve l’aroma in una boilie?
L’aroma caratterizza l’esca perché è il più veloce elemento che la compone ad uscire dal “veicolo” (50/50, carrier mix) e a diffondersi nella zona circostante la pallina per farsi così sentire e quindi riconoscere dal pesce. È il timbro superficiale, il vestito, il marchio con il quale la carpa identifica ciò che gli si para davanti. Un aroma efficace fa entrare subito la carpa in una sorta di confidenza, un abbassamento della sua sospettosità che conduce il pesce al fatidico errore che è quello di aspirare l’esca per passare alla seconda fase conoscitiva di quell’alimento che per lei può esser stato fonte di pericolo in un passato anche recente…
Ricordiamo un fattore importante: il nostro scopo è formulare una combinazione aromatico-gustativa nell’esca capace di convincere il pesce di cibarsi di essa, anche se è già caduto una o più volte nel tranello. È sottile come cosa, Non credete?
Non crediate che la carpa non impari dai propri errori…
Noi dobbiamo esser sottili quanto la sua diffidenza. Un aroma non adeguato, il più delle volte lo è perché troppo inflazionato, oppure sovra dosato.
Le motivazioni più probabili mettono in allarme il pesce che riconosce nell’aromatizzazione una fonte di pericolo, memore di precedenti negative esperienze. Ma non solo, in molti casi vi è un fattore di repulsione fisica dovuta a concentrazioni troppo elevate alle quali il pesce non è assolutamente abituato (stiamo alludendo ai sovradosaggi).
Non a caso nei primi anni 90, alle cave di Casale, dove con un base mix e aroma fragola, da mesi non si vedeva più un pesce, è bastato cambiare l’aroma con uno squid-octopus (all’epoca veramente una novità) per ristabilire il canto degli avvisatori nonché il battito, sino a quel momento affranto, dei nostri cuori…
Proprio per analoghi motivi, non solo commerciali quindi, ma anche squisitamente di carattere tecnico, il panorama dell’offerta in questo segmento si è allargata a dismisura. È Chiaro che gli aromi veramente efficaci sempre (o quasi) si possono contare sulle mani e, guarda caso, le combinazioni chimiche spesso si assomigliano…
Giù il gomito!
La parte delicata di questo ingrediente sta proprio nel dosaggio, infatti è molto più facile andare oltre quella soglia limite che non il contrario. Questo fatto ha origini che risiedono nella nostra psicologia, infatti quegli insignificanti millilitri che verranno immersi in un mare d’acqua a noi sembrano sempre troppo pochi, mentre non è così per i sensibili recettori della carpa, ai quali potranno risultare repulsivi in determinate circostanze. Se io mettessi una carpa in un acquario che contiene un metro cubo d’acqua ed immettessi nello stesso acquario un millilitro di aroma, la carpa sarebbe in grado di recepirlo. Ora Capite di come una boilie rimpinzata di profumo oltre la dose raccomandata, possa rappresentare un segnale troppo forte e quindi un assoluto elemento di repulsione. Per quale motivo molte esche vengono prese dalle carpe se non dopo molte ore d’immersione, o perché tanti angler d’esperienza “dippano” per molte ore con l’acqua del lago le loro esche che poi andranno a lanciare solo in un secondo momento? Mano leggera, ragazzi! Impariamo la regola che poco è molto meglio di troppo!
Olio, olio, olio
A tal proposito molti ottimi aromi (su base glicole per es.) hanno un buon profumo, ma latitano in fatto di gusto. In questo contesto rientra appropriato l’uso sinergico degli aromi su base olio. Questo tipo di aromi un po’ emarginati negli ultimi anni per l’assurda credenza, tra l’altro priva di ogni fondamento reale, che vedrebbe nell’olio un elemento poco consono a veicolare in acqua il profumo dell’aroma, sono i migliori in termini di persistenza e gusto. Nella realtà, questo tipo di aroma, proprio per la tenacità e viscosità del proprio solvente (olio) nel quale è disciolto, si fisserà bene alle farine resistendo perfettamente alla cottura, arricchendo notevolmente il fattore gusto nell’esca finita. Diventa anche un insuperabile asso nella manica dopo diverse ore in attesa di una cattura, dopo che nelle prime l’aroma classico, data la struttura solubile che lo compone, ha già dato il massimo di sé, e viene supportato dall’aroma in olio che tiene ad ottimi livelli il fattore gusto e continua con la sua lenta ma continua diffusione. Per questi motivi, una combinazione strawberry hit+ strawberry oil, oppure scopex-orange oil, sono sempre qualcosa da provare data la loro incredibile efficacia.
Essenze della natura
Per restare in tema di oli, non possiamo non nominare gli oli essenziali. Questi sono veri e propri aromi della natura. Piante, frutti, spezie, semi fiori, bacche, sono innumerevoli le essenze ottenute attraverso processi diversi di spremitura e distillazione. Garlic, black pepper, bergamotto, geranium, nut-meg, per citarne alcuni tra i più amati dai carpisti. A tale proposito per sfatare assurde e fuorvianti credenze che vedono gli oli essenziali sotto la famiglia degli oli. Proprio uno di questi, forse il più apprezzato, il black pepper, ha in esso sostanze volatili e meno, ma di fatto non contiene alcun tipo di sostanza oleosa…E questo vale per moltissimi, se non tutti gli oli essenziali in commercio, Quindi! Tali prodotti sono il miglior concentrato naturale a disposizione. Esaltanti nel fattore gusto, dotati spesso di una parte aromatica volatile molto marcata, sono un vero toccasana per le nostre esche. L’uso è consigliato in abbinamento ad aromi classici che hanno bisogno di rafforzarsi sotto il profilo gustativo, e donare un carattere spiccato all’esca. Sensato ne è l’uso in mix da mascherare come trappole, oppure usati da soli in sottodosaggio, all’interno di mix nutrienti per fasi prolungate di pasturazione.
Dolce
Uno dei problemi del quale la quasi totalità degli aromi è afflitta è un certo retrogusto d’amaro, presente per effetto delle ammine che compongono gli aromi stessi. Questo retrogusto amaro è assai deleterio, in quanto in natura qualsiasi alimento amaro significa non commestibile (per gli animali). È un nostro compito fare si che le nostre boilie non risultino mai sgradevoli all’ assaggio. In definitiva siamo anche noi degli animali e siamo perfettamente in grado di capire certi retrogusti che non fanno venire l’acquolina in bocca! L’uso degli sweetners (dolcificanti) è sempre consigliato, in quanto oltre a correggere certi retrogusti, donano all’esca un gusto dolce. In natura il dolce è (quasi) sempre segnale di cibo buono. I pesci recepiscono questo segnale e rispondono sempre in maniera incoraggiante a questo tipo di stimolo. Ci sono in commercio diversi tipi di dolcificante (nhdc, talin, aspartame ecc.) e differiscono per il loro potere dolcificante (concentrazione) ma anche per la qualità di fissarsi più o meno sugli organi recettori del pesce. La scelta andrà ponderata in base alla struttura della nostra boilie. Il nostro contesto (inganno subdolo) suggerisce l’uso di un dolcificante intenso (intense sweetner) lasciando a dolcificanti più persistenti il compito all’interno di programmi a lungo termine, dove sia importante agire sul fattore mnemonico di recettività del pesce.
Additivi liquidi
Per rendere completa un’esca però, la cura della sola parte aromatica, con i soli aromi e oli, potrebbe a volte non essere sufficiente. Aggiungere un additivo che sia fonte di richiamo ed attrazione naturale è quello step del quale tutti noi dobbiamo essere consapevoli. Parliamo di pozioni liquide, tutte di estrazione assolutamente naturale, molto concentrate, aromatiche, su base di aminoacidi. Sono prodotti idrosolubili che non faticano a diffondersi in acqua, adatti ad una attrazione immediata portando i recettori delle carpe in facile contatto e trasmettendo inequivocabili segnali, che per il pesce significano una sola cosa: cibo!! Sono in grado di marchiare positivamente l’esca anche sotto il profilo gustativo. Carpamino, Minamino, corn steep liquor, belachan, squid e crab extract, True Blood, liver e Robin red liquid e tanti altri per citare alcuni esempi di ottimi prodotti. Il loro uso non è mai da sottovalutare, quando ci approssimiamo a sessioni a breve scadenza, soprattutto con un mix come il 50/50, quando ci serve mascherare un’esca da cibo sicuro e buono, per dare al pesce quell’inequivocabile messaggio. L’uso dei cibi liquidi può anche prolungare la durata della vita del nostro inganno, o meglio il messaggio che riescono a trasmettere è senz’altro diverso, più a lunga durata e meno inflazionabile di quello che può dare un aroma. È anche importante sapere che a dosi normali (30ml su 500gr di mix secco) questi prodotti non riescono ad aumentare la nutritività finale della boilie, se non in maniera molto blanda. Eventuali sovradosaggi di tali prodotti non hanno controindicazioni, anzi, fanno altro che aumentare il livello nutrizionale dell’esca.
E in polvere?
Se abbiamo chiarito quale siano i parametri per i quali sia sensato inserire nella boilie degli additivi liquidi, dovremo pure chiarire quali siano le motivazioni analoghe per le polveri? Le polveri ci danno le giuste alternative sulle quali orientare il gusto dell’esca. Infinite possibilità…Questa promessa futura, unita anche a qualche bomba sui conservanti sono le nostre (e le vostre) aspettative future. Ma ora, Sapete che vi dico? Vi dirò che la pesca è un gioco che mi aiuta a rimanere il bambino che sono stato, e stanotte sognerò beatamente la mia nuova combinazione segreta…