DIAMO I NUMERI ( le temperature della febbre da carpa)
Molte volte, alla vigilia di una sessione di pesca, mi sono sbilanciato in pronostici sull’andamento della stessa, naturalmente per motivi scaramantici le mie previsioni tendevano spesso e volentieri al positivo anche per il fatto che la convinzione aiuta molto nella nostra “caccia” alle carpe. Ogni volta che mi accingo ad affrontare una pescata la determinazione fa sempre parte del mio bagaglio, ma c’é qualcosa che con il tempo ha un po’ placato quella che agli inizi poteva essere definita come “pura e sana follia” data indubbiamente dall’inesperienza. Si sa però che gli anni passano per tutti, purtroppo, ma se questi servissero a trovare il bandolo nella matassa dei comportamenti delle nostre care amiche pregherei perchè questi passassero in fretta (ma non troppo). In questi anni dedicati alla pesca delle carpe mi sono sempre prodigato nel cercare dei metodi e delle teorie che fossero fortemente confermati dalle dirette prove di pesca, molte di queste saltavano strada facendo , mentre altre hanno trovato riscontri continui fino ad occupare un posto fisso come punto di riferimento nell’aiutarmi a gestire ,con discreto successo, un’intera stagione di pesca. Non nego che le eccezioni a queste mie personali regole siano all’ordine del giorno, ma la valenza viene attribuita senza tener conto degli eventi eccezionali. Quante volte abbiamo tremato per il freddo, sudato con le calure estive oppure, con il caldo, di avere più sete che fame; i nostri comportamenti risentono in modo diretto della temperatura in cui ci troviamo ,questo per noi esseri umani, figuriamoci per un pesce creato in simbiosi con l’elemento in cui vive, quindi l’animale direttamente influenzato dalla temperatura dell’acqua in cui è immerso , muterà i propri comportamenti al variare della temperatura dell’elemento liquido. Circa otto anni fa , timidamente convinto che la temperatura dell’acqua potesse darmi dei parametri su cui poter lavorare in futuro , iniziai a controllare in maniera costante la temperatura con un vecchio termometro per acquari, di lì a poco sostituito da un infallibile REUBEN HEATON, che la mitica TECNICARP ,aveva da poco iniziato ad importare, così giorno dopo giorno , stagione su stagione, il mio block-notes si riempiva di appunti che, analisi dopo analisi mettevano radici sempre più salde ,dando risposte alle mie domande. Ricordo molte delle severe lezioni ricevute per non aver dato retta a quel termometro, ma senza mai scoraggiarmi , ho continuato a sfidare le mie teorie, convinto che questa era l’unica via da seguire per fare esperienza. “Non ci sono più le stagioni”, quante volte avremo detto ,o quantomeno , sentito dire, questa frase. In verità , troppe volte ,tutti noi siamo istintivamente portati a pensare che in un dato mese la pesca sia facilitata , perchè magari , per esperienze precedenti lo è stata ,ma non è sempre così , in realtà , le stagioni più difficili da interpretare sono proprio la primavera e l’autunno, periodi senza dubbio molto validi per la nostra pesca, ma il fatto di essere stagioni a cavallo con il mutamento di clima , rende difficile una giusta interpretazione dei momenti “buoni”, qui è la natura che detta i tempi e le regole del gioco , l’unico appiglio sicuro a nostro beneficio in questo gioco dalle “strane” regole è rappresentato dal termometro. Tante volte , parlando con i carpisti che incontro ,mi rendo conto che un’alta percentuale di loro , pianifica le proprie sessioni con il calendario , oppure attaccandosi ai ricordi dell’anno precedente o magari tenendo presente i risultati meteorologici delle giornate antecedenti la loro uscita, senza recarsi sul luogo a verificare le ripercussioni meteo sulla temperatura dell’acqua, questo si evince dal fatto che al quesito sulla temperatura dell’elemento liquido , non rispondono con un numero bensì con un elenco di situazioni meteorologiche ; come spiegare che questo sistema troppe volte inganna !Quello che vorrei cercare di ottenere con le righe che seguono è uno schema generale basato “solamente” su dirette prove pratiche , nel quale i carpisti con meno esperienza possano trovare alcune basi che ritengo quantomeno attendibili .A tal proposito ho tentato di allegare ai miei discorsi anche un grafico che semplifica , generalizza e schematizza i vari dati raccolti in diverse acque durante questi (pochi) anni di esperienze , naturalmente come tutti gli schemi fatica un po' nell’accordo con una tecnica come la nostra, dove mille possono essere le incognite ,lo scopo è solo quello di evidenziare l’importanza delle temperature ,nelle varie fasi , senza , da ciò , pretendere nulla . Un’analisi di questo tipo deve iniziare, gioco-forza, da inizio stagione ,quando mettiamo in campo tutte le nostre forze e le nostre speranze , consapevoli del fatto che se i risultati non fossero pari alle aspettative , avremo compromesso parte della nostra stagione, questo è successo un paio di volte ,ma l’esperienza che ricordo ancora molto bene è la lezione ricevuta nella stagione 94/95 in un canale della provincia di Venezia .Iniziammo a pasturare in Dicembre , con l’acqua a 7°C pescando in modo saltuario durante l’inverno , con poche speranze di catturare qualche carpa in modo fortuito , ma con lo scopo primario di iniziare la stagione alla grande. L’acqua a fine Febbraio iniziò timidamente a scaldarsi ,a questo accenno di risalita fummo presi dall’euforia e le nostre pasturazioni si fecero più pesanti così come le nostre sessioni, fu così che ci ritrovammo a metà Aprile con un’acqua di soli 13°C;sfiniti nelle forze e nello spirito abbandonammo il posto con un palmares di....centinaia di ore perse per una carpa da 1kg.!!Questa lezione sommata a qualche altra di minor entità ci ha fatto modificare le tattiche di inizio stagione in modo tale da non sprecare alcuna energia affinchè l’acqua non superi i 12°C ,le pasturazioni andranno dosate in base alla velocità in cui l’acqua tende a salire di temperatura ,quindi :pasturazioni leggere per acque che guadagnano ½°C per settimana e via via più pesanti per temperature che salgono in maniera più veloce, inutile, oltre che dannoso è sprecare chili di boilies e granaglie con l’acqua a 10/11°C con solo un 10% circa di ripresa nell’attività alimentare dei pesci, con queste temperature è più facile catturare con pasturazioni parsimoniose . La vera esplosione di attività nelle carpe si può riscontrare nel momento in cui l’acqua raggiunge la temperatura di 15°C questo livello dà il via a pasturazioni ad ampio spettro atte ad intercettare il pesce che gira numeroso alla ricerca di cibo. La stagione è ormai avviata e le pasturazioni possono (e devono) avvenire in modo costante e copioso soprattutto per quanto riguarda le granaglie ,il tutto comunque sempre in base ai risultati dati dalla risposta del pesce. La diminuzione di temperatura , possibile in questo periodo , può però rappresentare un problema : infatti, sensibili riduzioni di temperatura in un breve arco di tempo tendono a bloccare l’attività alimentare delle carpe anche per diversi giorni. Ero al Weissensee per una settimana di pesca in compagnia degli amici Perin e Zanella, iniziammo in maniera strepitosa con il lago a 16°C e le batterie dei nostri FOX e DELKIM che si eccitavano regolarmente; questo per quanto riguarda i primi tre giorni della sessione, alla sera del terzo giorno, di ritorno da una memorabile giornata ,ci sorprese un diluvio di pioggia gelida unita ad un forte vento freddissimo tanto che il nostro potente e affidabile MINN KOTA fu costretto agli straordinari, solamente dopo essere sbarcati a terra (e tolti i BODYGUARD) ci rendemmo conto di averla scampata bella , tanto alte erano le onde. Il giorno dopo il mio termometro entrò in acqua prima dei miei terminali, alla lettura fece segnare 13 incredibili gradi. La settimana finì ,inutile dirlo, nella più totale assenza di abboccate a parte qualche indomabile cavedano. A questo punto per continuare a parlare di temperature in modo corretto è doveroso aprire una parentesi per parlare del modo in cui è consigliabile sondare le temperature che andranno rilevate nel punto preciso dove poi poseremo le nostre insidie. Quindi il nostro termometro va lanciato da terra a mezzo di una canna ,il range d’azione in questo caso si aggira sulla quarantina di metri oltre i quali troveremo aiuto in un natante , in tutti i casi , dal momento dell’immersione pazienteremo per circa 5 minuti prima di effettuare una precisa lettura. Comunque, meteo inclementi a parte, continuiamo a vivere questo periodo in modo intenso con pesci che non vanno tanto per il sottile e si concedono spesso ai nostri obiettivi fino a raggiungere la temperatura di 20/22°C, con questa entriamo nel pieno della fase riproduttiva del pesce che sembra, a volte, attratto più dall’altro sesso che dalle nostre esche ,è comunque sempre abbastanza facile la sua cattura tanto da riservargli trattamenti particolari del tipo: divieto di ritenzione nel carp-sack con particolare cura nel maneggiarlo , fino ad osservare l’astensione dalla pesca qualora ci trovassimo di fronte ad una situazione in cui la maggioranza delle catture presentasse problemi di facili emorragie riscontrabili soprattutto nella parte branchiale. Siamo già in piena estate con le carpe che uscite dalla riproduzione si nutrono con continuità, la temperatura nel frattempo sale e arriva ai 25°C circa, livello sul quale fiumi e grandi laghi generalmente si fermano a differenza di molte cave e canali che possono arrivare a sfiorare anche i 30°C.Queste temperature (dai 25°C ai 30°C) fanno sorgere una serie di problematiche legate alla notevole diminuzione di ossigeno disciolto nell’acqua ,le carpe in questa situazione sono apatiche e non rispondono in modo appropriato alle nostre sollecitazioni, molto più impegnate nella ricerca di un po' di ossigeno che a riempirsi lo stomaco. Gli unici periodi di grazia in questi momenti si hanno di notte , quando è ancora possibile fare delle ottime catture. Ecco però che allora, in queste situazioni di stasi, delle improvvise precipitazioni fanno scendere il termometro dell’acqua di 2/3°C , aumentando di conseguenza anche il livello di ossigeno , creando la condizione più propizia per la cattura in questa stagione. Abbiamo raggiunto la vetta di “mercurio” e prima di scendere credo sia utile consigliare che il periodo che sta per arrivare (20°C) unito alla stessa temperatura nel momento primaverile sono , secondo il mio parere , i momenti più favorevoli per affrontare un nuovo posto, con delle serie pasturazioni seguite da lunghe battute di pesca ,dico questo perchè queste sono le temperature alle quali qualche nostro piccolo errore, (pasturazione eccessiva, precisione nella scelta del settore) sarebbero , parzialmente, perdonati dalla grande quantità di pesce in movimento .Ora si scende e il pesce ,dopo le apatie estive, torna ad una attività piuttosto regolare fino ai 16/17°C al di sotto di questa soglia si torna a quei magici 15°C nei quali, in questo periodo autunnale è molto probabile fare “grossi” incontri. Tutte le carpe con le temperature di questo momento della stagione percepiscono istintivamente che sta per arrivare il momento in cui il loro metabolismo inizierà a rallentare le funzioni e approfittano per raccogliere tutto quello che i fondali offrono loro , per gran parte del tempo. Il grande fabbisogno di scorte alimentari ,in alta percentuale tramutate in grassi che poi fungeranno da serbatoio energetico e, perchè no, da isolamento contro il freddo, spiega in sintesi come sia più probabile incontrare un esemplare di mole sopra la media, infatti le riserve di grasso che un siffatto ciprinide deve immagazzinare sono di gran lunga superiori alla media delle altre carpe , di conseguenza il tempo impiegato per far ciò sarà più lungo , come maggiori saranno le nostre possibilità di successo. Importante per il massimo dei risultati è la situazione metereologica che dovrà essere stabile e comunque , anche se la temperatura scende gradualmente le catture si susseguono ad oltranza anche con acque che nel frattempo hanno raggiunto i 9/10°C ;è vitale in questi frangenti (ancora una volta) non farsi tradire dalle situazioni meteo esterne ,per questo il mercurio è un nostro affidabile alleato. Molte volte in questa stagione le temperature, soprattutto la notte , scendono sottozero , imbiancando i prati con quell’erba che all’alba scricchiola sotto i nostri stivali , questi risvegli mettono la voglia di tornarsene al calduccio in casa , mentre, per esperienza ,sono attimi d’oro per la nostra disciplina. Fondamentale è, come dicevo pocanzi, una stabile condizione di alta pressione senza nessuna precipitazione soprattutto se di carattere nevoso, che farebbe inevitabilmente sprofondare il termometro sotto livelli decenti chiudendo definitivamente il gioco. Naturalmente anche la pasturazione in questa fase calante dovrà andare di pari passo con i risultati conseguiti ,avendo la massima accortezza a non esagerare . Stiamo entrando nel periodo più difficile : l’inverno , dove vigono leggere pasturazioni a base di pellets, pochissime boilies e molta perseveranza, dove ogni carpa merita una cornice , qui ogni “cappotto” non è mai così “pesante” da “indossare”. Siamo sinceri , con acque al di sotto dei 5°C è molto raro , per non dire quasi impossibile , almeno per me ,catturare una carpa , ma se in questo periodo di gran gelo, una perturbazione con venti di scirocco e magari anche qualche precipitazione , molto spesso innalzano il livello di temperatura anche di 2/3°C nel giro di 2 o 3 giorni , questi sono i momenti di pesca invernale assolutamente da non perdere ,certo , niente a confronto con sessioni svolte a 15/20°C ma , credetemi ,se riuscirete a far abboccare uno dei pochi pesci entrati in attività alimentare , magari fotografandolo su di un prato innevato,.vi accorgerete che ne è valsa proprio la pena!!... (Dal mio diario) : Sono ancora sulle sponde dopo questa notte in solitario col “cappotto addosso” e i brividi che mi assalgono assieme ai dubbi, preparo un caffè, ma finisce anche la bombola del gas....Roberto , perchè non sei venuto? Misuro l’acqua....4°C , meglio tornare a casa ,sarà per un’altra volta ! Così si conclude un altro ciclo, l’ennesima stagione che se ne va lasciando dietro di sè carpe ancor più grosse , ma oggi nella decisione di dare questi “numeri” c’è la consapevolezza di chi sa di essersi lasciato fuggire un “attimo” è di quell’”attimo” di cui dobbiamo essere sempre alla ricerca , questo fa dell’ uomo , un uomo grande.