SONO SOLO FANTASIE…
Sono arciconvinto, che la nostra passione potrà ancora per lunghissimo tempo affascinare e stupire moltissimi angler. Affermo ciò in tutta coscienza, in quanto ho potuto osservare quanti , a distanza di oltre un decennio, siano ancora “quei” carpisti che continuano a “vivere” questa tecnica di pesca nel modo più sano, che fa di loro dei veri esempi di come sarebbe bello coltivare una passione. In cuor mio, sento di poter onorarmi di far parte di questa oramai sempre più ampia cerchia di uomini innamorati del carpfishing, spero davvero che in futuro questa grande famiglia possa avvalersi sempre di più di tantissimi appassionati “veri”. Riferendomi ai pionieri della nostra tecnica, mi rifaccio a quelle persone che hanno dato il via al motore del nostro movimento in Italia, ricordando a tutti che alcuni di loro stanno ancora “tirando la carretta”, certi di loro lo hanno fatto dandosi da fare pubblicamente, mettendosi in luce in vari modi, mentre molti altri, nel modo più semplice ma al tempo stesso più bello ed efficace e cioè pescando, catturando carpe sempre più belle (per belle non intendo dire solo grosse), ma soprattutto comportandosi da modello per tutti, nel rispetto di un’etica sempre più civile e moderna. Scusate questa, forse inutile, disquisizione, ma è un obbligo morale, condividere quanto di buono è stato fatto sino ad oggi nel nostro paese con i “Militi Ignoti” , questi grandi e silenziosi maestri ( quanti ce ne sono…) Mi riesce molto facile parlare di questi pescatori, collegandoli all’argomento intavolato lo scorso numero della rivista , in quanto alcuni di loro custodiscono con cura e quasi gelosamente i loro sistemi di sicura e provata efficacia che vengono adottati con successo in talune acque dove esista la palpabile difficoltà a compiere delle catture. La scelta, per altro in parte condivisa e comunque comprensibile , che queste persone, di norma molto schive e riservate, hanno adottato, porta inevitabilmente a qualche confidenza ed indiscrezione e così di tanto in tanto noi tutti possiamo beneficiare di alcune “chicche tattiche” di alto spessore tecnico. E’ di inconfutabile valore l’apporto che in tutto ciò le riviste di settore possono dare.
AUTOREGGENTI O COLLANT ? Riallacciandomi al discorso con il quale avevamo chiuso in “castelli di sabbia”, il quale verteva sulla possibilità di prolungare la permanenza dei nostri inneschi oltre i soliti tempi canonici con i quali la stragrande maggioranza dei carpisti è solita operare. Mi sto certamente riferendo all’opportunità offerta dal fatto di poter lasciar lavorare le trappole per un tempo minimo di 48 ore, è inequivocabile che tale atteggiamento è adottabile solamente nelle lunghe sessioni settimanali e offre il meglio di sé nei grandi e stressati laghi rinomati. E’ senza dubbio una tattica pagante ma che abbisogna di una notevole dose di predisposizione mentale da parte dell’interessato. Adottando alcuni accorgimenti diventa un sistema semplice e d’avanguardia per alcuni motivi che andiamo brevemente ad analizzare. Partendo dal presupposto che prevede i nostri inneschi già di natura selettiva (per esempio un tandem: affondante , misto o galleggiante da 20 mm) il tutto dovrà essere opportunamente protetto contro il logorio inferto dall’acqua e dall’ eventuale disturbo portato dalle specie minori. La migliore delle protezioni che possiamo adottare in questo caso viene offerta dalla comune calza in nailon da donna, questa verrà avvolta molto stretta attorno ad ogni singola boilie, creando una strozzatura che verrà bloccata con un goccio di colla, a questo punto, a ragion di sicurezza, formeremo una legatura con del qualsiasi hppe, a consolidare il tutto, un’altra goccia di colla, infine potremo tagliare le eccedenze nella zona ravvicinata al punto di blocco (vedi sequenza fotografica). Approfitto dell’occasione per sottolineare il fatto che nelle ultime stagioni estive , mi sono trovato in seria difficoltà proprio in questa operazione, nell’uso della colla con base cianoacrilica (rapida), in quanto ho scoperto che essa soffre delle alte temperature e con queste perde molte delle sue capacità adesive. Ho scoperto anche che mia moglie tiene l’ Attak in frigorifero e non è costretta a comprarne cinque tubetti all’anno come invece faccio io; sarebbe quindi conveniente gettare un occhio di riguardo a tal proposito, assicurandosi che tali sostanze siano sempre protette contro l’esposizione alle alte temperature , per esempio all’interno di una borsa termica per esche, la colla, ben chiusa , ovviamente! Con l’espediente appena descritto usufruiremo in egual maniera di inneschi selettivi, duraturi e molto appetibili dalle carpe più diffidenti, in quanto una prolungata immersione “lava” l’esca di quel marchio che invece le è impresso per le prime ore dopo l’ immersione. Tali armature abilmente posizionate, andranno coadiuvate con un’attenta azione di adescamento che dipenderà fortemente dal luogo, dalla stagione e dall’interesse dimostrato nei confronti di quello che stiamo facendo.
LINGUA BIFORCUTA Sembra proprio non del tutto insensata, l’ipotesi di munire il nostro calamento di un doppio hair rig, sul quale poter montare due differenti tipi di esca, questa è stata una strategia che ho visto adottare presso un team belga che stava sbancando a S. Cassien nel 1994, quei ragazzi montavano un classico doppio innesco a base di boilies e mais . La questione lascia intendere una più elevata elasticità nell’incontrare il favore dei pesci, oltre che un incontrastato valore di durata e selezione (foto).
DALLA PARTE GIUSTA Un altro aspetto del tutto innovativo (almeno per il sottoscritto) che potrebbe dare dei risultati insperati, proviene da profonde esperienze, direttamente dalle difficilissime acque Inglesi. Si tratta di un particolare che ho avuto la fortuna di poter estrapolare durante la lunga chiacchierata avuta con il mitico Balboni. E’ stato proprio Giorgio a delucidarmi sul fatto che le carpe più smaliziate reagiscono istantaneamente a molti dei mutamenti dell’ambiente che le circonda e dall’associazione di alcuni parametri, riescono a comprendere da che punto proviene l’insidia, ovvero da che parte sia stato lanciato il terminale; in base a tale conclusione e ad esperienze già vissute, riescono a dare un ipotetico codice d’allarme ad ogni particolare situazione ed agire di conseguenza. Fila a meraviglia l’ipotesi che prevede che l’ astuto pescatore possa , spostando la sua azione in un diverso tratto di sponda, cambiare l’angolazione rispetto ai precedenti approcci , modificando i parametri di riscontro da parte del pesce ,beneficiando così del fattore di innovazione e sorpresa, elementi che agiscono sempre in maniera destabilizzante sulle difese istintive delle carpe. Riassumendo: saremo riusciti a spezzare un anello della catena che tiene legati i freni inibitori delle nostre simpatiche avversarie, ovvero, il nostro attacco si sarà insinuato nell’ambiente liquido in maniera che, dalle carpe, sarà stata giudicata inoffensiva; ecco dove, secondo il mio parere, deve essere puntata la nostra ricerca…Ecco dove dovremo sempre arrivare…
DIABOLIK Una delle strategie alternative che più ha offerto motivo di ottimismo nell’ultimo periodo, consiste nel preparare con della pastura gli spots prescelti durante le ore del giorno, mentre entreremo nel vivo dell’azione solamente quando il sole avrà abbandonato l’orizzonte. Sistemare gli inneschi con il buio è di sicuro un’azione compiuta da un’esigua minoranza di carpisti, molti non lo fanno neppure se messi nella costrizione (dopo una cattura). Tale particolare è un sicuro depistaggio per le nostre amiche, in quanto non diamo loro la possibilità di verificare le nostre insidie con i favori della luce diurna, cosa che normalmente invece fanno per poi magari non ripresentarsi più all’appuntamento tanto atteso, oppure fanno solo un giretto per mangiare tutta la pastura…Gli spots caricati solamente con del cibo di richiamo, durante il giorno, rappresentano una vera tentazione dal momento che gli inneschi non sono presenti (o sono da un’altra parte) e quindi diventano sicuramente dei siti da visitare con tranquillità durante le ore di attività alimentare notturna. In questo contesto sarebbe perfetto poter ottimizzare al massimo la nostra azione , riuscendo ad entrare in possesso di un’esperienza tale che ci possa permettere di conoscere le zone dove i pesci sono più o meno attivi di giorno o di notte, con ciò riusciremmo a diversificare la nostra azione mettendo in pratica nel miglior dei modi il sistema appena valutato.
IL RISVEGLIO Apro gli occhi e mi ritrovo all’interno dello stesso bivvy, seduto sulla solita comoda sedia da campo. “Ma allora in tutto questo tempo ho solo sognato! Allora le mie non erano altro che pure fantasie?” E’ una domanda alla quale adesso, temo di non essere in grado di rispondere e probabilmente non lo sarò mai. Queste , sono solamente le mie supposizioni, i pensieri di un pescatore come ce ne sono tanti, idee che traggono forza soltanto dopo ogni cattura , le nostre catture, il miglior sigillo alle proprie fantasie, che a quel punto diventano proprie di ognuno. Proprio per questo una cattura non è mai un evento da sottovalutare, un pesce preso è sempre un cocktail di nostre espressioni vincenti ed è un vero sacrilegio, oltre che molto avvilente, oltraggioso e totalmente riduttivo nei confronti di “noi” appassionati che ancora molti, troppi, di quel pesce guardino prima di tutto il peso…Una Cattura: studiata, cercata, sudata, sognata, alle volte persino agognata, vi farà ancora tremare le gambe, stringere lo stomaco e salire il cuore in gola , allora e solo allora, capirete di essere sulla buona strada per diventare dei bravi carpisti.