IL VENTO E IL CARPFISHING
In questo articolo vorrei trattare un tema meteorologico molto caro a Rod Hutchinson che per primo iniziò a teorizzare gli spostamenti delle carpe nelle cave del Kent sottoposte a giornate di vento intenso proveniente dal nord dell'Inghilterra.
Il "Dio" del carpfishing si rese immediatamente conto (parliamo degli anni '70) che questo fenomeno naturale fosse molto indicativo della presenza o meno dei pesci in determinati settori dell'ambiente affrontato.
Il vento è un fenomeno meteorologico naturale che caratterizza e modifica l’andamento della battuta di pesca, a volte muovendo a nostro vantaggio, altre impedendone la buona riuscita.
In Italia soffiano dei venti particolari che sono identificati in base al quadrante da dove provengono e che generano dei fenomeni accessori molto interessanti, questi venti sono ovviamente differenti da quelli che studiava Rod, ma vediamoli nel dettaglio:
-La Tramontana è uno dei più famosi e soffia da nord, nord-est, portando in genere aria fredda.
Questo vento è sinonimo di scarso successo nella pesca perché nei mesi autunnali ed invernali, fino a primavera inoltrata, determina un brusco abbassamento della temperatura sia dell’aria sia dell’acqua. Molti specialisti evitano di pescare a fronte di questo tipo di segnalazione atmosferica.
Nel caso fosse già tutto pronto per la nostra avventura e non si potesse rimandare, conviene selezionare gli spot più riparati dove sarà minore l’influenza dell’aria fredda e dove l’attività del pesce dovrebbe rallentare in maniera più graduale.
-Il Grecale è un altro fenomeno da nord est percepito più al centro e sud Italia. Nel periodo invernale e primaverile valgono le stesse considerazioni della Tramontana, in estate invece questo vento ossigena gli strati superficiali dell’acqua rendendo meno apatici i pesci.
-Il Maestrale è un vento molto famoso per la pesca alla carpa. Deve questa sua fama al fatto che è considerato un valido alleato per la pesca sul lago di Saint Cassien in Provenza. Quando soffia impetuoso da ovest e alza delle belle onde, i pesci si spostano nei settori di alimentazione e le catture risultano più facili. Mi sono trovato più volte in queste famose acque francesi aspettando i segnali di vento da Sud del lago e spesso ho spostato la mia azione di pesca raccogliendo velocemente il campo per posizionarmi a favore di vento. Bastava caricare tutto in barca e lasciarsi trasportare fino ad una riva dove le onde frangevano per ricominciare l'azione di pesca col vento in faccia. Naturalmente non sempre si trovavano le poste più comode libere, ma questo accorgimento mi ha sempre portato alla cattura di carpe.
Anche da noi, nella parte ovest della nostra penisola, l’azione può essere interessante per analogo motivo.
-Il Ponente è un altro vento da ovest che porta umidità e perturbazioni e con esse l’instabilità che in genere è favorevole alla pesca.
-Il Libeccio da sud-ovest è foriero di stabilità pressoria d’estate mentre in inverno annuncia perturbazioni, fenomeni sempre positivi.
-L’Ostro e lo Scirocco sono i più famosi venti del sud che in inverno aprono spiragli di riuscita per le nostre pescate, apportando aria più calda e umida e favorendo l’attività alimentare dei grossi pesci. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalle perturbazioni che in genere portano abbondanti piogge che possono gonfiare e sporcare i fiumi. Il forte Scirocco invernale frena il defluire delle acque nella laguna veneta innestando fenomeni di alta marea persistente che influenzano la pesca in canale e nei fiumi. Nei casi di forti precipitazioni e scirocco, col mare che non riceve, conviene desistere dall'azione di pesca da tutte le acque fluviali del nostro nord est.
Chiudiamo la nostra rosa dei venti con il Levante, il vento da est che porta nebbie invernali e piogge intense o copiose nevicate.
L’influenza del vento è marcata sulle acque ferme e meno decisiva in termini di resa sui fiumi e canali(fatta eccezione per l'influenza sulle maree come già detto)
Ad eccezione per i fenomeni molto violenti che possono mettere a rischio la nostra incolumità, si tratta per lo più di un prezioso alleato da tenere in considerazione soprattutto nei grandi laghi e cave che presentano aree di fondale degradanti, con ampie spiagge soggette al moto ondoso. In questo caso il vento che smuove il fondale è SEMPRE sinonimo di abbondanza di cibo ed i GROSSI pesci, i più sensibili al richiamo del nutrimento ed i più adatti a vincere le onde, lo sanno bene e si lasciano trasportare dalle onde verso riva bazzicando interessati nei cambi di fondo verso la spiaggia che sono luoghi dove si accumulano detriti e alimento.
Questo a prescindere dalla stagione. Nel periodo caldo vi è anche un importante effetto di ossigenazione delle acque che rimette in moto ambienti che altrimenti si spengono a causa dell'anossia, come i piccoli laghi di campagna. Questi ambienti risultano produttivi proprio dopo il classico temporale estivo con vento che porta i pesci ad alimentarsi per diverse ore dopo l'evento metereologico.
Un altro ambiente dove l'elemento vento la fa da padrone sono i bacini idroelettrici, situati in genere sul fondo di una vallata, molto soggetti tutto l'anno ai venti che si generano sui monti circostanti. Questo apporto costante di ossigeno rende perfette le dighe per la pesca nei momenti più caldi dell'anno e , grazie all'assenza di termoclino (oppure ad un termoclino profondo), i grossi pesci possono stazionare in acque fonde e temperate e mantenere il metabolismo a palla anche nelle fasi apatiche di queste nuove estati molto torride che caratterizzano, purtroppo, la nostra penisola. Anche in questo caso vento in faccia anche se ciò significa pescare in prossimità dello sbarramento dove ci sono fondali importanti. Ricordate che questi grossi pesci trovano nutrimento anche a 20 metri di profondità e che spesso bisogna insidiarli proprio su quegli spot.
Il grande lago (Garda e similia per intenderci) risente positivamente del vento anche invernale tanto che sul più grande lago italiano gli spot di spiaggia diventano produttivi SOLO se si alza un onda sufficiente a smuovere il fondale. Gli specialisti di questo ambiente non approcciano questi settori in assenza di moto ventoso.
Fortunatamente tutti i grandi laghi interessati dal fenomeno consentono di attingere a cartelle meteo settimanali di previsione del vento che sono redatti dai club di appassionati di wind-kite surf, che sono in genere il miglior contatto a cui chiedere info per ciò che riguarda il vento.
La grossa difficoltà della pesca contro vento consiste nell'avere attrezzi adeguati al lancio (che sarà molto spinto) e la pasturazione. Risulterà spesso impossibile uscire in barca (e comunque è molto rischioso) e dovremo quindi gestire il combattimento da riva riuscendo a scagliare lenza e pastura ad 80-90 metri di distanza. Gli specialisti usano potenti canne da lancio e sfruttano le dinamiche della bombetta per riuscire a depositare un innesco accompagnato da pastura nei punti strategici. Conviene costruire Bombette con doppio strato di PVA per essere certi che si raggiunga il fondo. Nella solid bag metteremo boilies di comprovata efficacia attrattiva (come tutte le Total bais che trovi qui) e sbriciolato di boilies, senza elementi troppo volatili che sarebbero inutilmente dispersi dal moto ondoso.
Nella pesca contro vento si utilizza esclusivamente Nylon di diametro 0,35-0,40 perchè la treccia è troppo sensibile all'onda e porta un infinità di false abboccate.