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L'ultima spiaggia...

L’ULTIMA SPIAGGIA

Testo e fotografia di Stefano Forcolin

 

Il fiume Po potrà diventare la nuova mecca dei carpisti Europei: grandi spazi e patrimonio ittico oltre ogni aspettativa, ancora tutto da scoprire…

 

 

Ricordo quando, da ragazzino, girando varie regioni per praticare il ciclismo a livelli agonistici, passavo spesso sopra un lunghissimo ponte. Sotto di me, una immensa massa d’acqua scorreva calma e placida, implacabile. Ogni volta chiedevo a Dino, mio padre, cosa fosse quella grande massa d’acqua. Lui prontamente mi rispondeva: “ il Po, il fiume più grande d’Italia”. I miei studi scolastici di geografia , mettevano poi in ulteriore evidenza le imponenti caratteristiche di questo importante corso d’acqua, alimentando nella mia mente di ragazzo un pensiero fatto di rispetto ma al contempo di curiosità mista ad una sorta di morbosa attrazione. Il Po, oramai divenuto tra i fiumi  più rinomati del continente per la pesca al siluro, per anni non ha destato interesse per quanto concerne il carpfishing. Le prime avvisaglie di rilievo, che qualcosa e qualcuno si stava muovendo, arrivano su questa rivista a firma degli amici Dodi e Zurma i quali iniziano a spianare la strada a suon di pesca ed informazioni. Tutto ciò non faceva che accrescere in me sempre più il desiderio di confrontarmi con quella “entità” conosciuta da bambino, chiamata Po. Come spesso accade, quando si desidera fortemente una cosa , questa inspiegabilmente, come per magia, si realizza, d’incanto appare quel “gancio in mezzo al cielo” di nuovo grazie a Pescare Carpfishing (leggo un po’ di tutto) così vengo a conoscenza dell’esistenza di una nuova struttura che sta muovendo i primi passi lungo le sponde del “grande fiume”. Parlando di questo all’inseparabile Roberto, scopro che anche lui è fortemente attratto dall’idea, tanto che dà la sua totale disponibilità nell’affiancarmi in questa nuova avventura. Entro in contatto con Max e Marco, titolari di “Il fiume”, l’organizzazione preposta alla pesca in un tratto di fiume situato nella provincia di Cremona, con i quali concordiamo l’impegno. L’incontro è fissato per l’ultima settimana di Aprile che, a detta dei due esperti, dovrebbe presentare ottime condizioni per la pesca. La settimana che precede la sessione, che avrà inizio il Venerdì, è molto frenetica per me e Roberto, infatti impegnati nei nostri rispettivi lavori autonomi , come al solito siamo costretti a fare in 4 giorni quello che normalmente si svolge in 5, ma manco a dirlo, il Venerdì mattino presto, siamo ambedue puntuali. Tanto per gradire piove, ma incuranti di ciò, si parte…Nei primi chilometri penso all’atmosfera che queste situazioni riescono a creare ogni volta dentro di me, riesco a risentirmi ogni volta ragazzo, respiro un’aria pregna di insolita euforia, come se avessi bevuto un bicchiere di Prosecco a stomaco vuoto, mi torna a pervadere quell’animo sereno con il quale affrontavo le gite scolastiche, risento gli stessi odori del mattino (forse perché ho smesso di fumare) , nello stomaco ho solo uno stormo di piccole farfalle che con le loro ali frementi tengono vivi i miei sensi, forse tutto ciò si può chiamare gioia, ed è ancora più bello perchè la vedo  dipinta anche negli occhi del mio amico, per questo continuiamo a parlare, scherzare e ridere per tutto il viaggio, il modo migliore per affrontare una nuova avventura, tutto questo è quello che più mi piace della mia passione! All’incontro, una calorosa stretta di mano con i nostri nuovi amici, è l’inizio di una interessantissima chiacchierata , nella quale scopriamo alcuni aspetti importanti del luogo e della pesca. Così all’interno di uno spartano ed essenziale capanno di pescatori, reso accogliente dal crepitio della legna che scoppietta all’interno della stufa, mentre fuori grosse gocce di pioggia cadono contro le lamiere del soffitto, davanti ad un piatto di spaghetti ed un buon bicchiere di vino rosso della zona, scopriamo che Max e Marco hanno già catturato, tra le altre, una regina di 24 chili e mezzo, un amur di quasi 20 chili, oltre ad uno stupendo storione di 32 chilogrammi deliziatosi per l’occasione di una boilie al Red Fish pregna di  black pepper Big Fish. Se pensiamo all’estensione del luogo e alla pressione pressoché inesistente, riusciamo ad intuire cosa possano nascondere questi fondali inesplorati…Smette di piovere , decidiamo di raggiungere la postazione.  Farlo, è proprio un gioco da ragazzi, la nostra valanga  di attrezzatura scivola sul piano di una delle due grandi barche che Max e Marco si sono auto costruiti, sfruttando la loro preparazione in ambito professionale, sull’enorme scafo, spinto da un Evinrude da 40cv non fatica a trovar posto persino la nostra Extreme di Explorer. In pochi minuti arriviamo allo spot prescelto che con tutta probabilità dovrebbe esser produttivo in  questo periodo in quanto è un settore che il pesce elegge ogni stagione a zona per la riproduzione. Ad accoglierci una tenda a “casetta” 2.5x2.5mt già montata, molto comoda in giornate come questa in cui il meteo fa i capricci. Le incessanti piogge delle ultime ore costringono le nostre guide ad avvertirci che in caso di aumento repentino del livello del fiume di non esitare a metterli in  allerta, loro saranno nel capanno, a meno di 10 minuti…Salutati, li vediamo sparire a bordo delle loro “plananti” disegnando le loro traiettorie con un’onda che si apre piano dietro di loro. Il nostro spot è stato preparato con abbondante mais, lo si capisce dopo aver scorto in soli pochi minuti alcuni salti di pesci che non lasciano dubbi in quanto alla specie , sono carpe…Che fanno salire l’adrenalina e quella maledetta fretta di iniziare la pesca. Il fondale che abbiamo davanti disegna i caratteristici tratti del fondo di fiume,  una particolare riva  che scende lievemente per 30 metri, fino ad un metro e mezzo di profondità, al primo gradino, che segna l’inizio dell’alveo fluviale profondo mediamente una decina di metri. Sulla nostra destra l’alto fondo si protrae in maniera più estesa verso il centro del fiume, mentre sulla sinistra  la sponda scende con maggiore pendenza, avvicinando non poco l’inizio del gradino. L’immediato sotto riva  intricato di arbusti di varia natura resi secchi dalle ultime inondazioni e dalle conseguenti giornate di sole, crea una situazione assolutamente favorevole per l’incalzante “stagione degli amori”. I nostri pensieri prendono forma con la prima cattura che non si fa certo attendere e che non riesce  a cogliere impreparato un Roberto in splendida forma  pronto a dare il meglio di sé. Un maschio di regina di 8 chili, che per colpa dello stress dato dalla cattura non riesce a trattenere il prezioso “latte di semina”, veloce foto ricordo ed il meraviglioso ciprinide ritorna a nuotare, libero di poter fecondare quante più uova possibili. Il colori della sera ci avvolgono, trovandoci preparati, d’altronde 12 anni di carpfishing saranno pur serviti a qualcosa! Sentiamo le carpe, sono molto vicine alla riva e nuotano tra lo sporco, i nostri terminali ad intervalli regolari intercettano questi pesci mai catturati prima, alcuni di loro ci costringono all’uso della barca per il salpaggio, ovviamente in compagnia dei nostri “Bodyguard” Fox. Solo al mattino ci rendiamo conto di aver messo in secco più carpe che minuti di sonno! Una estenuante, bellissima notte di pesca, con 16 partenze e 13 pesci entrati nel nostro guadino, questi numeri erano per noi solo un lontano ricordo delle interminabili scorribande nei canali Veneziani. La corrente che immaginavamo di dover affrontare, non ci ha più di tanto impensierito, rendendo comunque necessari dei piombi di forma piatta, stabili, da 140 gr. Il mais ha un ruolo molto importante per riuscire ad entrare più rapidamente in una situazione di assoluta assenza di pressione anche se in certi particolari frangenti le carpe sembrano prediligere le boilies, beninteso di ottima qualità e quanto più naturali e semplici possibile. Risulta appropriato diversificare le trappole per poter leggere nel più breve tempo quale sia la chiave di svolta. Intanto la visita di Max e Marco ci tranquillizza, nel sapere che il fiume, che nottetempo è salito di quasi un metro, non dovrebbe rappresentare un’ insidia, in quanto anche in caso estremo, una telefonata li farebbe arrivare in un battibaleno. Malauguratamente la cosa si verifica di li a poche ore, dopo aver “spiantato” tre volte la “Continental”ed aver indietreggiato sulla sponda  per decine di metri con le nostre attrezzature, decidiamo la resa, questa volta il grande fiume ha deciso per noi. Il tempo che ci rimane viene ben investito in un tour di perlustrazione a bordo delle imbarcazioni, il giro ci porta alla vista di meravigliosi spettacoli nei quali madre natura regna ancora sovrana, interminabili spiagge dall’aspetto quasi lunare, boschi impenetrabili, un vecchio pescatore alle prese con la bilancia, ma soprattutto tanta, tantissima acqua. L’ultima spiaggia all’interno di un’incantevole baia, attira la nostra attenzione, in meno di 5 minuti due belle carpe si lasciano guardare in alcune acrobatiche evoluzioni: io qui, lascio il mio cuore ed un forte desiderio di tornare! Treviso ci aspetta,  una volta tanto in anticipo, le costicine rimaste nel frigo portatile rotolano sulla piastra in ghisa rovente, seduti sui vasi blu del mais bollito che ci è avanzato, mentre l’ennesimo bicchiere di fresco “Rossissimo” scorre a refrigerio delle  nostre avide gole, fermi in un parcheggio alberato di una piazza in uno sperduto paesino della Pianura Padana, in un sabato che sta per tramontare. Momenti semplici e sensazioni uniche che stanno alla base della nostra grande passione! La mia donna dorme abbracciata ai miei due figli, tutti nel grande lettone dove anch’io trovo volentieri un angolino nel quale mi sento in paradiso! Penso alla mia 3 leg e sono così contento che questa notte sia chiusa nel garage! Sto forse diventando vecchio? La prossima volta però …