QUATTRO CHIACCHIERE DA BAR...
Ovvero un esempio di come trasformare polemiche in discussioni costruttive
con l’utilizzo di buon senso ed ironia…
Può accadere che una domanda provocatoria posta in un determinato ambiente, inneschi una rissa, anche solo verbale.
In questi casi, con il buon senso, l’educazione ed il rispetto reciproco, si può addirittura arrivare ad un confronto costruttivo e didatticamente di un certo spessore.
Vi voglio raccontare una situazione del genere accaduta di recente.
Tutto ha inizio con gli articoli pubblicati da me e Matteo, nel mese di Febbraio, articoli estrapolati direttamente dal nostro CD, “Dalla teoria alla boilies”, e che prendono spunto, per maggiori approfondimenti, dalle numerose serate tecniche a cui abbiamo partecipato.
Ciò di cui ci siamo accorti è che le argomentazioni che riscuotevano maggiore successo erano sempre le stesse, e le tematiche che erano soggette a domande ed approfondimenti erano sostanzialmente sempre le stesse due:
- necessità (o meno) della bollitura delle granaglie
- utilizzo (o meno) delle uova nella costruzione delle boilies e motivazioni pro e contro della scelta
Proprio su questi punti che possiamo definire “focali”, si sono creati dei malumori, e dei borbottii, più o meno velati, come a suo tempo accadeva al lunedì nei Bar Sport di paese, dove regnava il biliardo (e generalmente i giocatori di tale sport sono dei provocatori nati), il tavolino con i giocatori di “tre sette”, con davanti l’immancabile calice di vino bianco o rosso, il vecchietto con il mozzicone di toscano sempre spento che penzolava dal labbro inferiore poco più in là vi troviamo il tavolino degli intellettuali dove regnava sovrano il gioco del ramino o scala quaranta, avvolto nell’immancabile nube di fumo, il posacenere trasbordante di mozziconi di sigarette, ed il bicchierino si spuma (bevanda gasata che può essere una banale aranciata), perché il vino alla lunga fa male…
Mi piace immaginare in questo modo la discussione avvenuta in via telematica che mi accingo ad esporvi.
Domanda:
Nella ultima rivista carpfishing ho letto articoli che esprimono perplessità sull'utilizzo di uova fresche come asso nella manica per pubblicizzare le proprie
esche... siccome questo è proprio uno slogan di varie aziende chiedevo ai tester che ne pensano a riguardo.
A questo punto gli interventi, non tardano ad arrivare, e si cerca di mettere in risalto come in anni di sviluppo di ready made, certe aziende preferiscano
utilizzare ancora uova fresche di prima qualità, anziché utilizzare quelle preparate a livello industriale o il meno costoso “gel industriale”.
Qualcuno sospetta che l’articolo sia un’abile manovra pubblicitaria, come accade nelle aziende d’elettronica, in altre parole decantando una determinata tecnologia per un po’ di tempo, tale tecnologia sarà richiesta proprio dal mercato, e la tecnologia precedente rischierà di essere soppiantata.
Altri che non hanno letto attentamente l’articolo, sostengono scandalizzati che per avere un’esca bilanciata i grassi sono indispensabili (anche Matteo ed io lo sosteniamo), fanno notare in oltre che non si sa più cosa pensare dato che in un articolo si sostiene di limitare i grassi nelle esche, poi si volta pagina della rivista e un altro articolista decanta l’uso del Frolic che è ricchissimo di grassi.
Questo dimostra che la rivista è pluralista, e che il mondo è bello perché è vario.
Nella varietà della discussione, infatti, vi è chi non si pone nemmeno il problema, dato che per propria filosofia l’utilizzo delle uova, è a prescindere…e porta come esempio, le torte di alta pasticceria e la pasta all’uovo.
Vi è anche chi mette sul piatto della bilancia un altro elemento a favore delle uova: la consistenza e tenuta in acqua, a differenza delle ready made in cui si usano come legati i “gel“ che tendono inevitabilmente a far disgregare la boilies in tempi più brevi…fattore questo da non sottovalutare specialmente in determinate situazioni…
Quest’ultima affermazione è però tutta da dimostrare, non è detto infatti che le cose stiano proprio così, anche perché è molto più facile che sia il mix a determinare il tempo di tenuta in acqua, piuttosto che l’elemento con cui si agglomerano le farine.
I sostenitori delle uova hanno poi portato alcuni esempi dove dimostrano (con l’ausilio dei programmi che si trovano in rete) che l’apporto di grassi delle uova in determinati mix è esiguo, e si sostiene inoltre, che il gusto conferito dalle uova è notevolmente migliore di quello ottenuto utilizzando “gel chimici”, e che inoltre in molti mix si usa inserire il Frolic, o il pellet da trota, entrambi ricchi di grassi.
A questo punto butto il mio “virtuale” toscano e mi concedo qualche considerazione. Pur portando tutto il rispetto possibile rispetto a quanto letto fino a questo momento, non ho trovato nulla che, in maniera inequivocabile, mi convinca che le uova sono indispensabili.
Nessuno ha mai detto che le boilies non debbano contenere grassi, infatti leggendo attentamente il lavoro mio e di Matteo, ci si accorge che siamo i primi ad “avere il coraggio” di indicare pubblicamente quali sono i valori indicativi di un’esca bilanciata e quest’ultima deve avere un buon contenuto di grassi sia di origine animale che vegetale (con tutte le distinzioni del caso tra uno e l’altro documentate sia sul Forum Big Fish nel 2005 che nel nostro CD).
I sostenitori delle uova portano acqua al loro mulino sostenendo che negli anni ’80, in Inghilterra, era
proibito l’uso delle esche ready made che non certificassero l’uso delle uova, e l’assenza di gel, e la motivazione, era frutto di una ricerca specifica, derivata dal fatto che questo tipo di
prodotto risultava inquinante per il benthos e per il fondale dei laghi stessi, inoltre si riscontrarono grazie ad autopsie su pesci morti disagi epatici negli stessi animali, questo fatto è
stato ampiamente documentato su vari scritti e riviste dell'epoca (tra queste l’autorevole Carpworld), di fatto molte aziende d’oltre manica sono state assenti fino a pochi anni fa dal mercato
britannico.
Nel prosieguo della discussione si evince che i sostenitori delle uova danno un limite del 10% di grassi per la costruzione del mix, e che è anche vero che il pediatra ti fa inserire il rosso d'uovo come primo apporto di grassi nello svezzamento del cucciolo d'uomo!
Quindi gente...attenzione, un eccesso di grassi saturi fa male...ma l'assenza di grassi è anche peggio.
In questi tipi di confronti vi è sempre da imparare, non ero a conoscenza che in certi laghi inglesi non si poteva far uso di boilies non
realizzate con uova, anche se non stento a crederlo, dato che in quegli anni andavano di gran moda GEL chimici “presi in prestito” direttamente dall’industria cosmetica (quelli, ad esempio,
utilizzati nella fabbricazione dei rossetti)
Bisogna anche dire, però, che gli inglesi hanno creato ad arte, vere e proprie leggende metropolitane.
Tali Gel sono infatti banditi nel modo più assoluto e per qualsiasi uso dalla Comunità Europea, perché considerati cancerogeni, perciò ritengo che attualmente nessuna casa costruttrice d’esche ne faccia uso, almeno in Europa.
L’azienda che rappresento, ha sede in Germania, dove le regole sanitarie sono molto severe, perciò l’uso delle uova (notorio veicolo di malattie infettive) può creare dei rallentamenti della produzione (60 q., giorno) per controlli vari, in particolar modo in questi periodi dove impazza l'aviaria.
Sempre in Germania (e fra poco tempo in tutta Europa) è fatto obbligo di riportare sulla confezione dei prodotti alimentari, i valori nutrizionali del contenuto (e da poco anche la data di scadenza), sia che tali prodotti siano destinati ad uso umano che ad uso animale. Anche alla luce di queste osservazioni, NON utilizzare uova fresche nella produzione industriale, permette di avere un prodotto finale ripetibile nel tempo (per quanto concerne i valori nutrizionali) e ciò è possibile anche grazie all’utilizzo di farine “certificate” come, ad esempio, la farina d’uova intero, l’albumina d’uovo, alcuni derivati del latte, la farina di semi di guava (pasticceria) e l’amido di mais.
Non usare uova fresche consente, inoltre, di utilizzare una minor quantità di conservante, dato che le farine impiegate come legante risultano essere meno deperibili, e ritengo a livello personale, che sui lunghi periodi sia meglio per la salute delle carpe.
La questione gusto, in effetti, è un problema di attualità, e non a caso i migliori fabbricanti di esche investono molto in esperti miscelatori “gustativi” per ottenere mix che esaltino determinati gusti ed aromi, Un’altra considerazione personale, poi, riguarda il fatto che, a volte, l’uovo può coprire il gusto di certi insaporitori, che altro non sono che stimolatori d’appetito, e dunque…
In questa discussione interviene anche il carissimo amico Stefano Forcolin regalandoci una chicca di un certo spessore che voglio proporvi
“Oggi ho riascoltato l'intervista che a suo tempo assieme a Minotto e al buon Fabio Boscolo andammo a raccogliere dal sig. G. Balboni, poi apparsa anche su pescare cf. Alla domanda su come probabilmente è scoccata la scintilla che ha poi fatto partire il fenomeno "boilie" Giorgio ha risposto: tutto nacque in alcuni allevamenti di carpe ornamentali, dove ostinatamente si cercava di aumentare il potere di ovulazione delle grosse fattrici presenti. L'alimento individuato come idoneo allo scopo era rappresentato dall'UOVO DI GALLINA, queste inserite nel semolino, venivano proposte ai pesci. Era inevitabile che la competizione che si creava con un cibo così poco selettivo, mettesse in difficoltà i pesci più grossi, le fattrici appunto. Il passo successivo fu quello di far bollire l'impasto in stampi abbastanza voluminosi, tanto da rendere possibile l'ingestione solamente agli esemplari di taglia. E' chiaro che i pochi privilegiati in possesso di tale conoscenza l'abbiano poi divulgata, e da qui alla boilie dei giorni nostri, il passo è breve....E questa, signori, è storia....”
L’intervento di Stefano, mi ha ulteriormente chiarito alcune cose, dato che un po’ di tempo fa, ho teorizzato
che le carpe nel periodo riproduttivo delle rane o dei rospi, avevano ben altro da mangiare che le nostre amate palline, teoria confermata dalla difficoltà di avere catture ad Endine durante la
reale dei rospi.
Vuoi vedere che oltre che la pancia piena (d’uova di rana o rospo), le nostre amiche hanno anche gli ormoni a mille?
A questa discussione non poteva mancare il buon Boscolo Fabio, e con serenità ed educazione abbiamo portato avanti la discussione.
Vi riporto il suo intervento e le mie considerazioni in merito alle questioni sollevate.
Fabio: Dal self made al ready made
Nasciamo come un’azienda che conosce bene le peculiarità e la redditività del self made. Tutti lo sanno: sporcarsi le mani d’impasto ripaga ampiamente. Noi abbiamo scelto l’azienda produttrice di boilies che per filosofia produttiva era più vicina a quello che facciamo entro le mura della nostra casa: uova+mix+aroma+dolcificante si impasta, si rolla, si bolle, si essicca.
Crediamo fortemente in questo processo e nei risultati che ha dimostrato di saper generare. Richworth è la prima azienda ad aver
commercializzato una boilies su larga scala: è un caso?
Charlie:
Fatte in casa, non significa necessariamente migliori e questo per mille ragioni.
Posso concordare sul fatto che fatte in casa, possa significare realizzare un’esca mirata
ad un determinato tipo d’acqua… ma questo, sempre e qualora, se ne abbiano le capacità.
Posso assicurarti che a volte mi arrivano domande su come realizzare le esche, che mi fanno rizzare i capelli, il lato brutto della questione è che tali esche sono state spesso già
utilizzate.
Fabio: Le nostre convinzioni personali
Noi pubblicizziamo il “fattore uovo” in quanto siamo convinti che aumenti sostanzialmente l’efficacia dell’esca. Questo è un fattore di primaria importanza derivante da mie considerazioni su un campione di test ampiamente giustificato. I risultati si possono valutare semplicemente osservando alcuni pesci presi su nostre esche (tutte fatte con uovo) e pubblicati su pescare Carpfishing.
Charlie:
Le convinzioni personali sono indiscutibili perciò non entro in merito, come non entro in merito sulle foto di pubblicità, siamo stati scottati abbastanza in questi ultimi anni con dei falsi
e, per favore, non fatemi andare oltre…
Fabio: il fattore
Gusto
Un esca con uovo ha un gusto che un esca senza uovo non ha. Il profilo aromatico, la “pienezza” e la consistenza del sapore è totalmente diversa. Non serve scienza per comprenderlo, basta chiederlo alla nonna.
Charlie:
Ho già risposto, ma specifichiamo: uno studio accurato delle combinazioni di varie farine può esaltare un determinato gusto e/o aroma semplicemente usando le farine (ad esempio Cioccolato e Robin Red, è un’esca molto stuzzicante, che si può realizzare anche senza aggiunta d’aromatizzanti liquidi o in polvere…e guarda caso qualcuno ci ha pensato). L’uovo se usato impropriamente copre determinati gusti, anche se il rosso è un grande emulsionante dato l’alto contenuto di lecitina (quello che Il grande Leon non era riuscito a spiegare bene nel suo libro).
Fabio: il fattore fiducia
Da molto tempo prima che tutti Noi iniziassimo a pescare la prima boilies era stata rollata secondo il metodo che tutti oggi conosciamo ed
utilizziamo. Da allora centinaia di migliaia di pescatori hanno catturato milioni di carpe utilizzando esche prodotte secondo questo procedimento.
Questo è sufficiente per me a dare completa fiducia all’uovo e a favorire le aziende che cercano di utilizzarlo.
Charlie:
INDISCUTIBILE…anche perché fiducia è come fede e se credi in Dio lo fai come “atto senza dimostrazione empirica”…
Fabio: la difficile dimostrazione empirica del contrario
data la enorme mole di dati empirici (prove sul campo) a favore dell’utilizzo dell’uovo solo una estesa sperimentazione ed un rigorosissimo studio
scientifico possono dimostrare l’efficacia dell’alternativa.
Charlie dice: ”perché voi del gruppo Big Fish potete asserire di avere le esche migliori dato che contengono uova, ed altri non possono dire il contrario?”
A domanda rispondo:
Semplicemente non c’è bisogno di asserire che le boilies con uovo siano molto catturanti… qualsiasi pescatore potrà farti lista e
mostrarti le foto dei propri successi ottenuti con boilies fatte impastando l’orrendo uovo con mix mentre c’è bisogno di parecchio lavoro per dimostrare il contrario.
Le boilies con uovo sono lo standard e non vanno dimostrate! Le boilies senza uovo sono una idea nuova (forse!?!) quindi chi si fa carico di una sperimentazione a riguardo deve farsi carico anche
di portare prove tangibili. Ad oggi non ho trovato qualcuno in grado di dimostrare senza ombra di dubbio che i surrogati o i sostituti dell’uovo permettono di effettuare maggiori catture.
Mentre tutti i giorni vedo prova del fatto che l’esca con uovo fa ottenere risultati eccezionali.
Trovo poco utili le considerazioni riguardanti l’ambito alimentare umano, medico, e tante volte anche riguardante la produzione mangimistica o del pet
food in generale: il nostro scopo è quello di attivare la voracità di un pesce molto cauto ed equilibrato, ricordiamocelo!
Questo non vuol dire che non si debba tenere conto dei parametri di sicurezza e Richworth essendo sul mercato da più di vent’anni tiene molto alla sua longevità che è strettamente legata a quella
dell’amato ciprinide e alla qualità del suo prodotto.
Charlie:
Questo a mio avviso è (parecchio) discutibile, dato che vale anche il contrario. Sbaglio o Galileo è stato processato perché asseriva che la terra era tonda? E guarda caso chi lo ha processato diceva proprio quello che stai dicendo tu a noi…
In ogni modo, dato che pare la si voglia buttare sulle catture, posso assicurarti che la pallina della ROULETTE si è fermata almeno 3 volte sopra i 30 kg su esche senza uovo (2 solo negli ultimi mesi), e noi dalla parte opposta vediamo quello che vedi tu tutti i giorni, e quindi cosa abbiamo dimostrato??
Fabio, sei proprio convinto e sicuro, che tutte le aziende che dichiarano di usare uova fresche le usino veramente? Faccio fatica a capire come si può avere un bassissimo contenuto di grassi animali su esche realizzate con uova…il fatto che si trovino pezzetti di guscio lascia il tempo che trova dato che i gusci sterilizzati sono in commercio da vario tempo.
Fabio: Il fattore economico
L’uovo è nella manifattura un fattore antieconomico, le aziende lo sostituiscono principalmente (ma non intendo assolutizzare) perché si posso
diminuire notevolmente i costi di produzione.
Cerchiamo i nomi delle 5 aziende al mondo che producono le boilies al prezzo più basso sul mercato e chiediamo loro se usano uova.
Charlie:
Non è detto che le 5 aziende abbiano il prodotto peggiore, io non ci metto la mano sul fuoco.
Non ne sono convinto, il discorso può essere lungo e tortuoso.
Fabio: Il fattore storico
“Noi non siamo che nani sulle spalle dei giganti” disse un saggio di nome
Ford.
Io personalmente credo nell’esperienza di Hutchinson, Maddocks, Gibbinson, Locke, Jackson, i fratelli Mahin, e di tutti i grandi formulatori di mix da cui Noi abbiamo cercato di imparare. Tutti i
loro mix sono stati formulati per essere utilizzati con uova e sono certo che menti cosi fervide non possono non aver preso in considerazione anche l’idea di fare mix senza uovo.
Charlie
Forse perché la più costosa...difficile da realizzare in casa?
Fabio: E’ una novità il mix senza uova?
Se non sbaglio mix che rollano senza uova sono già apparsi sul mercato, se non erro, sotto marchio S.B.S. o simili (p.s.: chiedere a Gigi).
Ho ricordi vaghi sul marchio a dire il vero perché ne ho memoria come negoziante ma di sacchetti ne ho visti tanti e in fondo significa che commercialmente non si affermarono…
Charlie:
Non voleva esserlo e, infatti, quando Matteo ed io abbiamo detto che credevamo che il mercato Italiano fosse pronto ci riferivamo proprio a questo!
Fabio: Un appunto riguardante il conservante
L’utilizzo di conservante contro il generarsi di muffe è prassi comune a quasi tutte le aziende che producono esche (ed alimenti).
Ma il dosaggio dipende principalmente dal tasso di umidità.
L’essiccazione di esche contenenti uovo è un processo più complesso, ma è assolutamente fuorviante dire che necessitino di grossi quantitativi di conservante.
E’ certo che senza l’utilizzo di tecnologie sofisticate questo possa essere vero (come nel caso della produzione casalinga) ma Richworth
è munita di un impianto di essiccazione dalle esche termo controllato con possibilità di regolare all’interno il tasso di umidità e questo permette di avere boilies sempre perfettamente asciutte.
Il basso livello di umidità finale permette di usare un dosaggio di conservante di molte volte inferiore a quello massimo concesso per l’alimentazione umana.
Charlie:
Ma, non avevi detto: “trovo poco utili le considerazioni riguardanti l’ambito alimentare umano, medico, e tante volte anche riguardante la produzione mangimistica
o del pet food in generale?”
Penso che tutte le grandi aziende, o per lo meno quelle che producono grosse quantità giornaliere abbiano ambienti termo controllati, ma è anche vero che certe farine od impasti possono trattenere più o meno umidità perdonatemi se non vado oltre ma qualche “segretuccio” si deve pur mantenere…
Ho deciso di pubblicare questo articolo, perché penso che questo tipo di confronto, sia utile per poter crescere sia come uomini che come carpisti, infatti solo l’educazione ed il reciproco rispetto, permette un simile scambio di opinioni, serrato ma allo stesso tempo istruttivo, data la mole di dati e nozioni che ne sono scaturite.
E’ più o meno quello che abbiamo cercato di fare Matteo ed io con il nostro lavoro, vale a dire cercare di essere meno “ignoranti” noi per primi, e vista la mole di dati ed i riscontri oggettivi ottenuti abbiamo pensato di rendere pubblico il nostro pensiero e le scoperte fatte.
Vedete, a nostro avviso vi sono in giro un sacco di leggende metropolitane, fatte con dei passa parola e con scritti (purtroppo non scientifici) che non hanno più senso portare avanti.
Vi faccio un esempio pratico, si è parlato demonizzando i gel agglomeranti perché probabilmente siamo tutti legati ad un certo tipo di letteratura, e non ci si è mai posti il problema di verificare che cosa si intendesse con la parola “gel”.
Per stuzzicare la vostra intelligenza faccio solo una piccolissima considerazione: si è parlato di uova o di gel, ma la parola addensante non vi dice niente?
Come avete potuto leggere, ho elencato una serie di farine “naturali” e di uso quotidiano (presenti in molti prodotti alimentari) che se sapientemente miscelate formano quel GEL tanto aberrato, ma a questo punto dovremo chiamare GEL anche l’uova, o no?
Quello che si voleva far capire è che non bisogna esagerare ed estremizzare, nessuno ha mai detto di non usare uova, ma si è detto di limitarne l’uso tenendo conto anche dei grassi presenti nelle farine che compongono il MIX.
Arrivati a questo punto, penso di aver stimolato a sufficienza la vostra curiosità e voglia di sapere, e di avervi dato modo di ascoltare il suono delle varie campane e quindi…ora metteteci del vostro.
E come sempre in bocca alla balena a tutti.