Agli albori della loro storia le boilie erano impastate e rollate a mano in forma sferica piuttosto grossolana e di diametro variabile.
Con la pratica del self made, dedicata alla produzione di grossi quantitativi, si ottimizzarono i processi produttivi realizzando esche cubiche ottenute tagliando col coltello l’impasto steso a mattarello, pratica questa che permetteva di realizzare buone quantità senza utensili specifici e garantendo un minimo di uniformità.
L’avvento del processo industriale, portò all’estrusione dell’impasto che era poi spezzettato in tanti piccoli cilindri, mutuando il processo di realizzazione dei pellets così come lo conosciamo ancora oggi.
Le aziende dovettero prima adattare sistemi di produzione già collaudati e l’industria del pet food era senza dubbio il settore da cui copiare un gran numero di passaggi.
La forma cilindrica non garantiva però fluidità di produzione in un contesto dove l’esca veniva cotta per bollitura in grandi calderoni d’acqua, né garantiva uniformità di cottura.
Così ci s’ingegnò a trasformare il lungo salsicciotto estruso in piccole sfere, una forma perfetta sia per la produzione sia per lo stoccaggio.
Mi risulta che le prime rullatrici fossero macchine usate nell’industria delle caramelle, adattate agli impasti del mix di semolino latte e soia con cui erano realizzate le prime ready made.
La sfera risultò ideale come innesco e anche per la pasturazione essendo perfettamente aerodinamica e facile da lanciare lontano con la fionda (unico strumento per pastura dell’epoca), e fu quindi adattata anche agli strumenti per la produzione casalinga che conosciamo.
Anche la forma ha una sua importanza specifica e ogni variante ha i suoi pregi, analizziamole nel dettaglio:
-Forma sferica:
La più facile da gestire perché gli strumenti e i macchinari per il self made sono tutti specializzati per produrre palline.
I vantaggi sono gli stessi del passato, facile da gestire, spostare, cuocere, asciugare, insacchettare e lanciare. Inoltre i moderni rig funzionano tutti perfettamente con la pallina e producono allamate sicure ed efficaci perché questa interferisce meno con l’amo a patto di mantenere la distanza più opportuna.
La sfera è il solido che a parità di volume ha la superficie minore e questo è evidentemente il difetto più grande di una pallina che sarà più lenta in termini di scambio rispetto alle altre soluzioni.
-Forma cilindrica:
Il cilindro è una forma sfruttata dall’industria del ready made per produrre le famose dumbells bait.
Nate in Richworth per un errore di produzione a causa di un mix uscito male dalla macchina rullatrice, queste esche furono comunque cotte e date ai testers per non gettare via parecchi quintali di prodotto.
Inspiegabilmente i pescatori le giudicarono migliori e i motivi sono sostanzialmente la maggior superficie di esposizione all’acqua che crea un’attrazione superiore, la differenza rispetto allo standard che inganna il pesce più smaliziato e il funzionamento sul rig.
A tale proposito si possono identificare due sistemi di montaggio, in linea col capello o perpendicolarmente allo stesso.
Nell’innesco allineato ci troveremo con un volume maggiore ma un ingombro simile alla sfera avente pari diametro e quindi con un’esca più pesante che enfatizza l’effetto maglio pur se usata con ami piccoli.
Nella versione perpendicolare si ottiene invece un effetto “ancora” che mette sempre l’amo nella miglior condizione per pungere con la punta rivolta verso il basso.
Se si cuoce il salsicciotto intero e si tagliano i cilindri in fase di asciugatura, si ottiene un nuovo vantaggio in termini attrattivi, poiché le due superfici laterali (dove si taglia, per capirci) non presentano la crosta tipica della cottura, ma una porosità nella quale l’acqua penetra con maggior facilità.
Altro vantaggio produttivo dei cilindri, la possibilità per il self maker di risparmiare l’acquisto delle tavole di rullaggio, in quanto basta tagliare l’estruso nella lunghezza desiderata con un coltello.
Lo svantaggio principale è che non può essere lanciato molto lontano e quindi non si presta a pasturazioni oltre i 40 metri da riva.
-Forma cubica:
La preferita dai grandi pasturatori di fiume.
I motivi sono semplici, la grande stabilità sul fondo che non permette alla corrente di spostare le esche dallo spot prescelto, la velocità di realizzazione in misure grandi (2, 3, 4 cm. o più di lato) e l’enorme superficie di interazione con l’acqua che permette lo scambio di particelle attrattive di grosse dimensioni, come granelli di farina e molecole di olio.
Anche in questo caso si hanno enormi vantaggi nel tagliare i cubi dopo cottura visto che così facendo ci saranno quattro facce porose che facilitano il passaggio dell’acqua. I cubi grandi possono essere scagliati in grosse quantità con attrezzi come i cucchiaioni o rovesciati direttamente con il secchio da riva o dalla barca.
Il neo più grande di queste forme è la scarsa funzionalità sul hair rig che può essere ovviata solo allungando il capello rendendolo però vulnerabile ai garbugli causati dai piccoli pesci di disturbo (situazione rimediabile solo utilizzando rig rigidi).
Nulla vieta di sfruttare le potenzialità delle varie forme usando magari il cubo per pastura e la sfera o il cilindro per l’innesco.
Personalmente ritengo che pesci molto condizionati dal cibo offerto non vadano per il sottile e non si accorgano della differenza, mentre nutro alcune perplessità per ciò che riguarda pescate veloci e pesci apatici con i quali credo sia meglio non cambiare.