Verso la metà degli anni ’90 iniziai a pescare in Fiume, nel Piave, affrontando pesci molto voraci che non conoscevano le boilies e che richiedevano cospicue campagne di pasturazione preventiva prima di farsi catturare con continuità.

In quel preciso istante cominciai a rendermi conto che il carpfishing poteva diventare una pesca molto costosa non solo in termini di attrezzature, ma anche per ciò che riguardava le esche.

La prima soluzione che adottai per gestire la problematica fu l’utilizzo massiccio di granaglie (mais) e di tuberi bolliti (patate e barbabietole) da abbinare a blocchi di polenta farciti di boilies, strategia inventata da Sandro Minotto per la pasturazione nei canali.

Mi resi velocemente conto che i risultati in pesca erano comunque proporzionali al quantitativo di boilies inserite nella preparazione e anche la qualità in termini di taglia aveva un nesso diretto con la componente nutritiva delle palline impiegate.

Fu facile intuire che la strada migliore da perseguire era quella di ottimizzare al massimo il costo del mix e degli altri ingredienti inseriti nella boilie, senza però pregiudicare troppo l’aspetto nutritivo dell’esca.

C’è da dire che il grosso dei costi di una pallina finita è dato dalle sostanze attiranti inserite (attrattivi, aromi, predigested, liquidi nutritivi e dolcificanti ) che nel caso di pasturazioni prolungate si possono tranquillamente omettere se la base è di qualità.

In questo paragrafo si parlerà di un’eccezionale esca dal costo contenuto e dalla resa proporzionale alle quantità utilizzate in pastura ed alla lunghezza dei tempi di condizionamento dello spot prescelto.

In quel preciso periodo storico avevo già le idee molto chiare su come impostare un buon birdfood basico spendendo veramente poco, giocando sulla praticità di gestione di grossi quantitativi di materie prime e sulla ottimizzazione di tutte le fasi produttive.

A quel punto non mi restava che spingere più in alto la componente nutritiva aggiungendo farine proteiche di origine animale in modo da creare un ottimo cibo con cui i pesci potessero alimentarsi per tempi molto lunghi senza stancarsi e soprattutto creando confidenza verso l’esca.

Si trattava quindi di creare una base di lavoro già pronta, facilmente reperibile in quantitativi importanti in modo da abbattere i costi.

Ricordate l’inizio del capitolo sui birdfood dove scrivevo dei miei primi esperimenti con il pellet dedicato alle galline ovaiole? Ecco, il mio Eco-birdfish mix avrebbe avuto quella base molto economica acquistabile in pratici sacchi da 25 kg. con prezzi veramente interessanti soprattutto se riferiti al trattare l’acquisti di quantità nell’ordine del quintale.

Premetto che la ricetta che stiamo per analizzare richiede tutti i mezzi di miscelazione che abbiamo già trattato quando si è parlato di come assemblare un mix, soprattutto diventa fondamentale l’acquisto di un molino per cereali in grado di trasformare in farina prodotti venduti sotto forma di pellet o sbriciolato, favorendo peraltro l’amalgama dei nutrienti come vedremo in seguito.

Anche i contenitori e gli strumenti di miscelazione rappresentano una parte importante del contenimento dei costi che, ribadisco, dipendono principalmente dal poter gestire grossi quantitativi di materia prima.

Il progetto è composto da una miscela equilibrata di pellet per ovaiole micronizzato, farina di soia tostata, fumetto di mais precotto e maizena, una miscela in grado di dare grande compattezza alla boilie con una media nutritività ed un’elevata digeribilità finale:

 

·  -50% di mangime per ovaiole micronizzato

 

·  -20% di farina di soia tostata

 

·  -20% di fumetto di mais

 

·  -10% di amido di mais

 

Il costo medio di questa base di lavoro si aggira fra 1,5 e 3 euro al kg. a seconda dei quantitativi acquistati, per ciò che riguardava la componente nutritiva la mia attenzione fu subito rivolta verso il mangime in pellet dedicato all’acqua cultura di trote e storioni che conoscevo già in quanto lo utilizzavo spesso come pasturazione mirata nei pressi dell’innesco nel periodo estivo.

Questi prodotti realizzati con ampio uso di semilavorati di origine animale come farne di pesce, sangue e organi, si prestavano perfettamente ad apportare fondamentali nutrienti mantenendo il prezzo più basso rispetto all’utilizzo di farine di pesce che anche nella forma più economica tipo la danese Triple nine (999 rossa) costano comunque di più di un pellet.

Perché utilizzare un mangime da trota o storione quando sul mercato esistono prodotti studiati e dedicati all’allevamento delle carpe?

Semplicemente perché sono molto più proteici di quelli destinati ai ciprinidi che per lo più vengono prodotti con farine vegetali e che difficilmente superano il 20% di materia proteica, a meno di orientarsi verso particolari marche specializzate nel Koi farming, alzando notevolmente i costi.

Unico neo del prodotto destinato al salmonide, che supera sempre il 45% di proteine, è il tenore di lipidi elevato che deve essere tenuto in considerazione se contiamo di usare le esche anche con acqua fredda.

Nel caso del mangime per storioni da carne, questo rapporto diventa più accettabile, anche se il costo rispetto alle trote si alza di circa 1 euro al kg.

Un altro innegabile vantaggio di usare un prodotto da trota nella formulazione della boilie è che poi in pesca possiamo usare lo stesso pellet per farcire il method ( a mio avviso indispensabile nella pesca in corrente) oppure dei sacchetti di pva da attaccare all'amo, creando una grande sinergia con le palline usate in pastura e pesca.

Questi prodotti vengono spesso venduti in grosse quantità, anche se ai nostri giorni on line si riesce ad acquistare anche il sacco singolo,per questo motivo io all’epoca decisi di acquistarli presso gli allevamenti di trote irridee che sono numerosi in Friuli, regione confinante con la mia provincia natale dove normalmente non si fanno problemi a vendere un paio di sacchi di un prodotto che loro comprano a bancali.

Oltre al mangime per pesci, decisi di inserire nella parte nutritiva, il lievito inattivo, reperibile a prezzi molto bassi in sacchi da 25 kg. e dotato di uno spettro amminoacidico invidiabile oltre che di un tenore proteico elevato ed un gusto fortemente appetito dalle carpe in genere.

Infine, per rendere appetibile il mix decisi di aggiungere  la crisalide essiccata del baco da seta, reperibile in comodi secchielli in tutti i negozi specializzati in cibo tecnico per carpe ornamentali.

Il pellet da trota e le crisalidi devono necessariamente essere micronizzate insieme alla base altrimenti si corre il rischio che si impastino alle lame del molino, bloccando il macchinario.

Questo processo favorisce il miscelamento dei vari ingredienti e permette di fissare gli oli e quindi il gusto di questi ingredienti alle farine di cereali.

Il mix si compone quindi di:

 

·  -60% di base

 

·  -20% di pellet da trota

 

·  -10% di lievito di birra

 

·  -10% di crisalide essiccata

 

Per un costo complessivo compreso fra i 2,5 ed i 3,5 euro al kg. sempre in funzione dei quantitativi di materia prima acquistati.

Decisamente una formulazione coerente con le grandi quantità utilizzate dai fruitore della pesca in fiume o comunque da chi è abituato a pasturare pesantemente per periodi molto lunghi di tempo.

Ovviamente la miscela in questione presenta dei limiti sia di natura fisica che qualitativa.

Fisicamente è un mix al limite del rullabile con il quale diventa difficoltoso scendere sotto diametri di 24 millimetri senza regolare ulteriormente l’elasticità aggiungendo latte in polvere in misura del 10% o più, da togliere al quantitativo di base inserita, per arrivare al miglior compromesso possibile che si raggiunge inserendo:

 

·  -50% di base

 

·  -20% di pellet per trota

 

·  -10% di lievito di birra

 

·  -10% di crisalide essiccata

 

·  -10% di latte in polvere scremato

 

Facendo così salire il costo finale della miscela di circa 1,5 euro al kilogrammo, ma raggiungendo una meccanica sulla tavola in grado di farci gestire anche diametri inferiori al 22 mm.

A mio parere queste sono esche da rullare in diametri importanti, tipo 24-40 mm. per gestire con facilità la mole e le dinamiche della pasturazione preventiva.

Da un punto di vista qualitativo, la digeribilità dell’esca ricavata è al limite se usata in acqua fredda, dove in ogni caso sarebbe opportuno adattare i quantitativi utilizzati per non ingolfare e bloccare il metabolismo del pesce.

Volendo ovviare a questa problematica, sarà sufficiente sostituire il pellet per trota, con una farina di aringa più magra e pura, scegliendo magari fra i prodotti più economici destinati all’allevamento suino, come la danese 999, alzando il costo al kg.di circa un altro euro.

Rimanendo alla versione più economica, la prima, ci sono dei microingredienti che possono coadiuvare la digestione ed il benessere del pesce una volta inseriti nell’esca, queste sostanze conviene gestirle però direttamente nella fase di impasto, aggiungendoli ai liquidi per ottenere una miglior dispersione nelle palline di risulta. Si tratta del fieno greco (trigonella) una spezia che aiuta il metabolismo epatico dei grassi e della vitamina C.

Il quantitativo ideale di fieno greco è 30 grammi per kg. di mix, mentre la vitamina C si dosa sui 20 grammi, inserendo quindi un totale di 50 grammi extrapeso per ogni chilogrammo di mix.

Per concludere, veniamo alla ricetta completa della boilie con cui per anni ho sfamato le fameliche carpe del fiume Piave, composta con 100 ml. di salsa di ostrica Mekrua e 3 gocce di olio essenziale all'aglio per kg. di mix.

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