Per realizzare una formula economica ma molto nutriente, bisogna focalizzare l’attenzione sul progetto e sugli ingredienti di base che devono essere pochi e di facile reperibilità.
Partendo dalle mie prime esperienze, decisi di impostare il tutto sulla funzionalità, partendo dalla farina di pesce danese 999, molto utilizzata negli allevamenti suini e di facile reperibilità nei consorzi specializzati. Questa grande azienda commercializza tre differenti tipologie con livello qualitativo crescente, caratterizzati dalla colorazione del sacco:
L’azzurra: prime quality fish meal, realizzata con un misto di pesci freschi non meglio precisati.
La rossa: la più comune e reperibile, ricavata a bassa temperatura prevalentemente da aringa.
E infine la nera: la famosa “nera danese”, la più usata dalle aziende del carpfishing che oltre ad essere LT, utilizza solo la parte edibile dell’aringa, garantendo così elevata purezza e digeribilità.
Io decisi di utilizzare la rossa perché più facile da trovare in piccole quantità, sufficiente per iniziare e fare le prime prove.
Nel mix che avevo in mente, avrei inserito circa 400 grammi di farina di pesce, 300 dei quali Triplenine rossa.
Sebbene dotata di buon sapore e odore, andava a mio avviso supportata da un pesce ben più forte come attrazione; fra le scelte a mia disposizione decisi di utilizzare la sarda e acciuga, che avevo notato essere la farina preferita di molti pionieri del bait making, e che all’epoca era disponibile grazie a Nutrabaits, ma che oggi si può facilmente acquistare da differenti fornitori.
In quegli anni l’unica scelta a buon mercato, di bassa qualità, reperibile nei negozi di pesca specializzati in mare, era la sarda per pasture, ricavata dagli scarti della lavorazione dell’omonimo pesce.
Per gestire la parte strutturale senza prescindere dall’efficacia nutrizionale, decisi di basarmi su due farine indispensabili: la soia tostata e il pane, utilizzato in tutte le pasture da fondo dedicate alla pesca dei ciprinidi.
Su questo ingrediente vale la pena di spendere due riflessioni per decantarne le qualità in termini igroscopici (ossia nel richiamare umidità) e gustativi, inoltre ha ottime capacità leganti grazie agli amidi cotti che aiutano ad amalgamare il composto nelle fasi d’impasto a crudo.
Il sistema migliore per ottenerlo è chiedere al fornaio di fiducia se può ripassare in forno del pane raffermo, per poi micronizzarlo.
Per la meccanica a caldo decisi di utilizzare il latte in polvere in opportune quantità.
Esistono molte tipologie di prodotto, partendo dallo scremato, di cui abbiamo già parlato nel capitolo sui bird food, al siero in polvere.
Il principale problema di questo ingrediente è l’elevato costo al dettaglio e la difficile reperibilità, per questo motivo decisi di ricorrere anche in questo caso alla mangimistica specializzata utilizzando un latte per ovini.
Bisogna porre attenzione al fatto che i surrogati per cuccioli spesso non contengono molta materia prima e che si tratta per lo più di miscele vegetali, particolare questo valutabile leggendo la composizione.
La miglior scelta è lo Sprayfo per agnelli, un latte in polvere composto dal 50% di latte scremato, siero, uovo e amidi idrolizzati; in sostanza un concentrato di leganti ideali per lo scopo prefisso, a un costo sicuramente inferiore al latte scremato a uso umano.
Una volta studiata l’integrazione fra gli ingredienti, feci diverse prove trovando il miglior equilibrio possibile con la seguente ricetta:
-30% 999 rossa
-10% sardine\anchovy meal
-20% farina di soia tostata Nurupan
-20% pane tostato micronizzato
-20% latte sprayfo
Questo mix permette di realizzare ottime esche da pasturazione, a un prezzo interessante, e con grandi qualità in termini di condizionamento del pesce, che ne può apprezzare l’altissima nutritività, il gusto e la buona digeribilità. In termini pratici un’esca da dedicare alla pasturazione che può essere tranquillamente impastata solo con mix, uovo e olio essenziale, contenendo al massimo la spesa finale.
É possibile migliorare ulteriormente con delle integrazioni sui liquidi che vi voglio proporre in due varianti, una per acqua calda e l’altra per la fredda.
Acqua fredda (<15°) dose per kg.:
-100 ml. pasta di Miso (soya fermentata)
-50 ml. salsa di soia
-5 ml. dolcificante NHDC
-4 gocce olio essenziale aglio
Acqua calda (>15°)
-100 ml. olio di fegato di merluzzo
-5 ml. dolcificante NHDC
-15 gocce di olio essenziale arancio o limone
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