In questo capitolo parleremo di esche pronte (ready made) acquistabili in molteplici varianti presso tutti i negozi di articoli per la pesca.
Analizzeremo come sono fatte, decideremo quali parametri sono interessanti per capire la qualità e impareremo ad utilizzarle con cognizione.
La prima esca commerciale dedicata alla moderna pesca della carpa fu l' HI-PRO, realizzata con le stesse sostanze proteiche proposte dalle teorie di Fred Wilton e commercializzata per la prima volta nel Maggio del 1977, da questa data in poi ha origine il fenomeno delle ready made che nei primi anni '80 raggiungerà proporzioni notevoli dal punto di vista commerciale grazie a Streamselect , azienda che per prima avvierà un commercio su larga scala con il marchio Richworth.
Nata dalla brillante intuizione di due carpisti dell'epoca , Clive Diedrich e Malcom winkworth, l'azienda inglese deve la sua fama all’aver mantenuto le premesse con cui iniziò la sua produzione ovvero qualità degli ingredienti, qualità del processo produttivo e costante feed back con uno stuolo di competenti pescatori che provano il prodotto su molteplici tipologie di acque".
Il successo delle esche pronte si deve essenzialmente all'idea che si possono ingannare gli organi di senso della carpa grazie a delle sostanze attrattive che simulano i segnali di cibo presenti in natura. Per questo motivo le prime boilie ready made che dominarono la scena agli albori, non furono realizzate con miscele HNV ma semplicemente con mix a base di cereali e proteine del latte, a media percentuale proteica, ottimizzati per trasportare in acqua i potenti segnali chimici dei liquidi utilizzati nell'impasto (da qui il nome "carrier baits").
Aminoacidi, aroma e dolcificante riuscivano a rendere estremamente catturanti queste esche , facilitando al contempo un processo di realizzazione e conservazione che divenne la chiave per poter distribuire le palline confezionate anche in paesi lontani dal luogo di produzione.
Queste boilies permettevano di catturare in tutte le acque dell'Inghilterra e divennero la scelta ideale anche per i pionieri che all'inizio del 1990 decisero di affrontare le più complesse acque del vecchio continente alla ricerca di carpe ben più interessanti di quelle che catturavano sulla loro isola.
E' in questo preciso momento storico che le teorie HNV di Fred tornano prepotentemente alla ribalta anche nel settore delle esche pronte, essendo evidente a tutti come il basso potenziale nutritivo delle palline confezionate limitasse il successo nelle acque ricchissime di nutrimento e di grosse carpe della Francia, dell'Olanda e dell'Italia.
Un'immagine che rappresenta in pieno la rivoluzione dei primi anni '90 è la foto dell'Ellis fish preso a Sant Cassien dall'omonimo carpista, catturata verso la metà del 1980 ad un peso di 76 libbre.
Con questa foto in particolare e con quelle che seguirono entriamo ufficialmente nell'era moderna delle esche pronte per la pesca della carpa.
Nuove aziende iniziarono ad affiancare Richworth (alla quale spesso affidavano la realizzazione pratica delle proprie ricette, limitandosi al progetto ed alla distribuzione n.d.r.) e nuovi ingredienti vennero inseriti nei mixes per alzare il potenziale alimentare finale. Farine di pesce, farine di carne e pastoni nutritivi dedicati all'alimentazione degli animali da reddito furono le scelte più ovvie di un mercato che attingeva a piene mani da ricerche sull'alimentazione animale fatte nell'ambito del fish farming. Tutto questo fino ad arrivare all'attuale mercato che si presenta vario e frazionato, caratterizzato da grandi realtà industriali che cercano di puntare sul prezzo finale del prodotto e da piccoli e medi produttori locali che propongono in forma commerciale ricette derivate dal self made casalingo.
In questa confusione di prodotti si è un persa la definizione originale e molti fruitori finali che ricercano in questi la comodità, sono confusi da tutti i messaggi commerciali con cui vengono bombardati.